Le voci, le trame, le strategie, gli accordi, gli inciuci, i compromessi e tanta altra roba che circola in questi giorni per la corsa al Quirinale sono il termometro di una politica che non fa più presa sui cittadini.
Ai partiti non è bastata la legnata che hanno preso alle ultime elezioni, con più della metà degli italiani che hanno preferito rinunciare ad un loro diritto piuttosto che turarsi il naso per andare a votare il meno peggio!
La percezione più diffusa è che si va inutilmente a votare: non si ottiene nulla, non ci si aspetta nulla dalla politica, incapace come è di cambiare il corso delle cose, di intervenire sui temi più sensibili, di opporsi ai grandi poteri.
La politica è ininfluente, comanda il Draghi di turno, comandano le oligarchie tecno-finanziarie, le lobby medico-farmaceutiche, i tromboni ideologico-culturali.
Questa politica svuotata di valori e di ideali, senza più statisti ma soubrette dell’avanspettacolo più becero e scadente, con leader buoni solo per i talk show televisivi asserviti all’establishment, al grande burattinaio della globalizzazione e del capitalismo che affonda le sue radici nel profitto economico, se la canta e se la suona senza i suoi burattini.