La dialettica della storia non lascia scampo a certe interpretazioni di comodo, prive di spirito critico e di coscienza politica. Anche la lotta al fascismo è stata lotta di classe, la lotta dei “sommersi” contro il capitale industriale e finanziario italiano, che foraggió la violenza squadrista e la marcia su Roma.
Se oggi si stanno smarrendo il significato ed il senso della Resistenza, i suoi tratti, il suo profilo storico e il suo dna; se i giovani non ne hanno nemmeno il sentore, la colpa grande è di quanti hanno scordato di insegnare loro la storia, o peggio, di quanti hanno preferito manipolarla nel tentativo di ridurre la vittoria della Resistenza all’interno di due categorie troppo generiche (democrazia e dittatura), perchè troppo presi dalle faccenduole quotidiane e troppo interessati ad ingannare persino se stessi pur di apparire saggi, colpevolizzando chiunque e qualunque cosa che turbano la loro quiete ed il loro appagamento, nel nome di questa osannata moderna democrazia del capitale, che miete vittime indifese e costrette nell’emarginazione.
In questo sistema, sempre più identitario dell’ordine mondiale della comunicazione mistificatoria, non puó trovare posto la verità della storia.
Allora, è compito di chi ha viva la coscienza storica e la memoria, mettere sul campo la verità senza trascurare la coscienza di classe, perchè la storia sarà sempre storia di lotta di classe, fino a quando il nemico da battere saranno il capitale e i suoi tentacoli.