I primi 100 giorni del ‘Governo-Meloni’? Senza infamia e senza lode!

Tante promesse. Tanti buoni propositi. Ma quella era la stagione degli slogan, dell’opposizione, della campagna elettorale dove bisognava cercare di prendere più voti possibili da quel 50 per cento di italiani che ancora va a votare.

Poi le urne si chiudono, chi vince si prende tutte le poltrone e deve governare.

Ma in questi primi 100 giorni della Meloni premier, niente di nuovo a Palazzo Chigi!

Il governo di centro destra prosegue dritto, senza svolte, nel solco tracciato da Mario Draghi, e i problemi degli italiani rimangono sempre lì, fermi, sul tavolo del governo, irrisolti e aggravati ogni giorno di più da una crisi senza fine!

La Meloni dello slang “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana“, che l’ha portata a Palazzo Chigi, non c’è più. Oggi c’è la premier Meloni: europeista, atlantista, draghiana e ‘governativa’.

E’ vero, 100 giorni di governo sono pochi per cambiare l’Italia e risollevarla dalle macerie.

Ma se il buon giorno si vede dal mattino, nel mattino di Giorgia Meloni i migranti continuano a sbarcare a centinaia di migliaia sulle nostre coste, i salari e le pensioni sprofondano mentre i prezzi salgono alle stelle, la Legge Fornero sta ancora lì, a tenere i vecchi inchiodati sul posto di lavoro e i giovani spalmati sul divano col reddito di cittadinanza, le città sono sempre più sporche e insicure, il trasporto pubblico, la sanità, la giustizia e la scuola cadono a pezzi!

A questo punto, tutti gli italiani si aspettano dalla premier Meloni, una svolta: uniformare i salari e le pensioni degli italiani ai livelli Europei, e quindi retribuire i lavoratori adeguando i salari al costo reale della vita, riavvicinare il traguardo della pensione a 65 anni e garantire un assegno previdenziale uguale all’ultima busta paga, alzando i coefficienti del montante contributivo!

Insomma, occorre oggi più che mai, una vera riforma del lavoro e delle pensioni, mirata ad un effettivo ricambio generazionale, indispensabile soprattutto nella pubblica amministrazione, e quindi teso a garantire quella staffetta generazionale, ormai indispensabile nei punti nevralgici del mondo della scuola, della giustizia, della sicurezza e della sanità, che consenta un efficace e rapido rilancio dell’occupazione giovanile!

Altrimenti in Europa che ci stiamo a fare, solo per misurare la circonferenza di vongole e cozze?

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