I 5Stelle chiedono la testa della Boschi e la Destra cosa fa?

Maria Elena Boschi a dimettersi non ci pensa proprio: “Non sono una che si spaventa facilmente. E non mollo. Non ho mai lasciato una cosa a metà in vita mia, nemmeno un libro”, dice. E al MoVimento5Stelle che le chiede di fare un passo indietro risponde: “Vedremo chi ha la maggioranza in parlamento” vediamo e prendiamo atto di chi oggi,
senza mai essere stato eletto al governo del Paese, esercita l’arroganza del potere! C’è chi dice che se quello che ha fatto oggi il governo Renzi lo avesse solo pensato Silvio Berlusconi si sarebbe scatenato il finimondo: i girotondini avrebbero invaso l’Italia, il popolo viola-arancione-notav sarebbe sceso in piazza contro la deriva dittatoriale, intellettuali, artisti, scribacchini, cantanti e poeti avrebbero lanciato appelli e firmato lenzuolate di petizioni in difesa della democrazia. Invece, contro Renzi niente, va tutto bene così! Ma di chi è la colpa se, oggi, tutto tace e l’unica flebile voce di protesta si leva dai 5Stelle? Non certo della Sinistra che bene o male sta al governo e se lo tiene stretto, ma di quell’opposizione di Destra che non c’è! L’Italia è per davvero il Paese di Pulcinella, dove neppure l’essere schiacciati, offesi e derubati è una ragione valida per farsi sentire!
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di M5S Parlamento. Due decreti nel giro di pochi mesi hanno messo in salvo la banca del governo. La banca Etruria, un affare che lega a doppio filo le famiglie Renzi e Boschi. Per questo andava salvata, senza se e senza ma. E che importa se per farlo si è passato sopra le vite dei cittadini. Il primo atto è andato in scena a gennaio, con la trasformazione delle Popolari in Spa. Tra queste c’è proprio la banca Etruria. Il tutto anticipato da uno strano movimento azionario. Per intenderci: il vicepresidente di questa banca è Pierluigi Boschi, il padre della ministra. Non solo: nella banca ci lavoravano anche il fratello e la cognata di Maria Elena. Due righe di decreto et voilà: margini di guadagno enormi per la famiglia, inclusa la ministra che aveva nel portafoglio un bel pacchetto azionario. Beninteso, l’Etruria è un affare familiare anche dei Renzi. Infatti l’ex presidente Lorenzo Rosi dopo il commissariamento diventa socio in affari di Tiziano Renzi, padre del premier. Costruiscono outlet, con la mamma di Renzi amministratrice della società, ma – guarda caso – dimenticano di citare queste cariche nella dichiarazione che devono alla Presidenza del Consiglio. Una dimenticanza molto comoda. Poi, come un assassino che torna sul luogo del delitto, il governo scrive un altro decreto, un “ammazza-risparmiatori”, altro che salva banche. E guarda caso tra le 4 miracolate rispunta proprio l’Etruria. Affari di famiglia, sulle spalle degli italiani, e dei risparmiatori. Loro invece cascano sempre in piedi. Ciliegina sulla torta: la Boschi il 21 maggio 2014, nella comunicazione della situazione patrimoniale reddituale della propria famiglia ha dichiarato che padre, madre, fratelli non hanno dato il consenso alla dichiarazione dei redditi del 2013. Loro avevano una banca, noi non dovevamo saperlo. Per tutto questo pretendiamo che il ministro Maria Elena Boschi si dimetta. Non c’è stata imparzialità nell’azione di governo. Non c’è stata politica nell’interesse dei cittadini ma solo per parenti e amici. È ora di dire basta. La Boschi deve andare a casa e per questo il M5S presenterà una mozione di sfiducia in Parlamento.Vedremo se gli altri partiti apparentemente scandalizzati ci metteranno la faccia e la voteranno.
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Boschi se fosse Cancellieri si sarebbe dimessa, Boschi se fosse Boschi “vedremo chi ha i voti in Aula per la sfiducia”. All’epoca della mozione di sfiducia del M5S contro la ministra Cancellieri per un favore alla famiglia Ligresti, la Boschi (all’epoca semplice parlamentare) disse che se fosse stata al suo posto si sarebbe dimessa, se invece i favori restano in famiglia con un conflitto di interessi palese non si dimette. Son tutti dimissionari con le poltrone degli altri. Di seguito un estratto del discorso della Boschi sul caso Cancellieri. Trova le differenze: “Questa è una vicenda che mi lascia un senso di tristezza addosso. Perchè non è tanto se ci debbano essere o meno le dimissioni del ministro Cancellieri, se viene meno la fiducia nei confronti del governo. Il punto vero è che è in gioco la fiducia nel confronto delle Istituzioni. Il ministro Cancellieri può decidere di dimettersi, il presidente Letta può chiedere le dimissioni come ha fatto in passato in altre occasioni. Al suo posto lo avrei fatto: mi sarei dimessa. Perchè c’è un punto grave in tutta questa faccenda. Il punto grave è che ancora una volta si è data l’immagine di un Paese in cui la legge non è uguale per tutti, ma ci sono delle corsie preferenziali per gli amici degli amici. Credo che non dobbiamo più dare la sensazione di un Paese in cui la giustizia funziona per chi ha i santi in Paradiso. Abbiamo perso un’altra occasione davanti ai cittadini.”
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