Homo hominis lupus.

di Redazione. Quando tutto questo sarà finito, quando torneremo alla normalità, se per ‘normalità’ s’intende città affogate nello smog e deturpate dal traffico, mezzi pubblici scassati che non passano mai, cumuli d’immondizia sparsi a ridosso di cassonetti stracolmi, strade e marciapiedi dissestati, famiglie sfasciate dai ritmi frenetici di una vita che non è più vita, bè allora potremmo tirare le somme di questa immane tragedia, discernendo tra meriti, demeriti, responsabilità ed errori, e forse – diciamo ‘forse’ almeno per coloro che l’hanno scampata salvando la propria pelle e quella dei propri cari – avremmo parecchie cose da rimpiangere, ripensando a questi giorni di quarantena.

Certo la libertà non ha prezzo, ma quando il prezzo sale e diviene troppo alto da pagare, bè allora servirebbe metterci mano.

La sensazione, però è quella che ad emergenza superata, tutto tornerà come o peggio di prima, dacchè non sappiamo bene il come e il quando dovremmo restituire i debiti fatti per aiutare imprese, famiglie, lavoratori, medici e infermieri, ma possiamo facilmente intuire il chi sarà chiamato a mettere mano al portafoglio: i “soliti fessi”, pensionati, lavoratori dipendenti e proprietari di casa!

Dicono i grandi sapientoni che questa tragica esperienza ci migliorerà la vita, che ci renderà più umani: ecco più umani, ovvero più accaniti a prevalere l’uno sull’altro per avere il meglio subito, adesso, anche perché domani potrebbe capitarci un altro virus e quindi meglio ‘arraffare’ oggi tutto quanto si può ‘arraffare’, che rimandare ad un domani sempre più incerto!

Ne volete la prova? Guardate la fila fuori ai supermercati, il movimento di gente e di macchine – quando, invece, dovremmo restarcene tutti a casa per limitare il contagio – e poi domandatevi se il Coronavirus ci ha cambiati oppure no?

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