Gli USA ritornano nello spazio.

di Attilio Runello. Dopo le missioni sulla luna degli anni settanta si è preferito continuare l’esplorazione del sistema solare con sonde senza la presenza dell’uomo. Al tempo stesso dono state realizzate delle stazioni spaziali che orbitano ad alcune centinaia di chilometri dalla terra sia per effettuare esperimenti scientifici in assenza di gravità sia per testare le capacità di resistenza dell’uomo nello spazio, la sua capacità di gestire una stazione, ripararla in caso di guasti.
La Russia aveva progettato la stazione MIR poi dismessa con l’inizio del nuovo secolo. La NASA si è trovata sempre di più a dover affrontare costi esorbitanti per la realizzazione di una stazione spaziale e i necessari collegamenti.
La stazione ISS attualmente in funzione è frutto di una collaborazione fra USA, Russia, Europa, Canada, Giappone. È stata assemblata con i viaggi degli shuttle conclusi nel 2011 e con quelli delle navicelle russe. L’operazione complessivamente è costata cento miliardi di euro.
I viaggi shuttle – che hanno avuto anche degli incidenti – costavano dai quattrocentocinquanta milioni al miliardo e mezzo a viaggio. Sono stati sospesi nel 2011.
Dal 2011 gli americani che si recavano sulla stazione lo facevano con le vecchie ma funzionanti navicelle russe a un costo che era arrivato a novanta milioni a passeggero.
Il lancio del Dragon2 ha portato in orbita due astronauti americani. Se la base è quella utilizzata dalla NASA l’operazione viene compiuta da una agenzia americana privata. Il costo per ogni astronauta è di venti milioni di euro.
Ed è per questo che il presidente Trump e l’America lo considera un successo. Si sono riportati i lanci negli Stati Uniti con un enorme risparmio per l’amministrazione americana.
Il Dragon è progettato per portare materiale sulla ISS o uomini. Questo è il primo lancio con degli astronauti.

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