di Vittorio Feltri. Ultimi dati allarmanti per la Chiesa che insiste nel perseguire una politica allineata a quella della sinistra più vieta e conformista.
Inoltre, per esperienza personale, sono in grado di testimoniare che quasi tutte le organizzazioni dedite al volontariato erano guidate con grande slancio da sacerdoti pieni di sacro fuoco.
Nessuno osava dubitare che costoro agissero per interesse personale o in appoggio di un partito o contro un altro. La fiducia nella Chiesa era totale, fuori discussione. Anche i comunisti più incalliti non negavano la nobile funzione di prevosti e curati, tutti impegnati a compiere del bene.
Poi il clima nel Paese è mutato, si è inacidito, sono nate fazioni in lotta aspra, le quali, oltre a combattersi, si odiano sostenendo opinioni inconciliabili. E coloro che indossano l’abito talare, anziché perseguire obiettivi di pace, si sono schierati: chi è per la difesa strenua della tradizione cattolica e chi, invece, sicuramente in buona fede, è per l’accoglienza indiscriminata degli immigrati e la loro integrazione, e favorisce una sorta di commistione tra cristiani e musulmani al grido: “Siamo tutti fratelli”. Fatalmente i rapporti tra i primi ed i secondi si sono avvelenati, producendo a volte scontri o almeno polemiche difficili da sedare con pacati scambi di vedute.
L’ala conservatrice è disgustata dal comportamento dei preti che consentono ai frequentatori dei luoghi di culto di cantare “Bella ciao”, mentre l’ala progressista appoggia l’idea di abolire il presepio negli asili e nelle scuole in omaggio a chi professa la religione islamica. Tra i litiganti non c’è verso di trovare un accordo, cosicché molta gente si è allontanata dalle parrocchie e non versa più l’obolo domenicale a sostegno delle attività ecclesiastiche collaterali. Risultato: le donazioni si sono smezzate, come si è smezzata la moltitudine dei devoti. Cari sacerdoti, datevi una regolata.