di Francesco Cecchini. Ernesto Cardenal è morto il primo marzo all’ età di 95 in ospedale a Managua. Ne ha dato notizia la poetessa Gioconda Belli, sua amica e sostenitrice. Vi scrivo per avvertirvi che Ernesto Cardenal, il nostro grande poeta, è appena morto all’età di 95 anni, dopo una vita di dedizione alla poesia e alla lotta per la libertà e la giustizia. Gioconda Belli ha aggiunto che il poeta sarà sepolto a Solentiname il prossimo giovedì o venerdì e ha invitato il popolo nicaraguense a una messa nella Cattedrale di Managua, lunedì 2 marzo. Solentiname è un arcipelago di isole nel lago Nicaragua dove Ernesto Cardenal fondò una comunità. Di ciò parlò nel suo libro Las ínsulas extrañas, Le sue strane isole.
Karol Wojtyla, ferreo anticomunista, un sentimento che portava con sè dalla Polonia, arrivò a Managua trovando un cartello che diceva: ” Benvenuto a Nicaragua libera, grazie a dio e alla rivoluzione.” Con il popolo che scandiva: ” Tra cristianesimo e rivoluzione non c’è contraddizione.” Naturalmente Wojtyła si arabbiò e pensò a quei preti come Ernesto Cardenal che erano parte della rivoluzione sandinista.
Ernesto Cardenal nacque il 20 gennaio 1925 a Granada, antica capitale del Nicaragua. Negli anni 50 Ernesto Cardenal fu profondamente coinvolto nella politica rivoluzionaria del Nicaragua e si unì alle forze che si opponevano alla dittatura sostenuta dagli Stati Uniti del regime di Somoza.
Studiò letteratura all Università di New Yok, in Messico e in Spagna. Tornato in Nicaragua fu ordinato sacerdote nel 1965 e fondò la comunità di Solentiname che divenne anche centro della Teologia della Liberazione. Ernesto Cardenal scrisse sull oppressione e lo sfruttamento nella società contemporanea con lo scopo di motivare i suoi lettori ad agire per il cambiamento sociale. Nel 1970 Ernesto Cardenal cambiò il suo pensiero nei confronti della violenza, pensando che la militanza attiva sarebbe stata necessaria per raggiungere gli obbiettivi cristiani di pace e fratellanza desiderati dalla maggioranza anti-Somoza. Militò nel Fronte sandinista di liberazione nazionale o FSLN (Frente sandinista de liberación nacional).
Dopo la caduta di Somoza nel 1979, Cardenal fu nominato Ministro della Cultura e dell’ Istruzione del nuovo governo del Nicaragua. Durante il governo sandinista, tra il 1984 e il 1990, Cardenal promosse e coordinò una grande campagna di alfabetizzazione, che gli valse un riconoscimento mondiale da parte dell’Unesco. Grazie a quella campagna, almeno 500.000 nicaraguensi impararono a leggere e a scrivere.
Ernesto Cardenal espresse giudizi molto positivi sull’educazione e sulla campagna di alfabetizzazione nel Venzuela bolivariano espressi anche nel libro Dalla parte di Chavez. Tra l’altro scrisse:
Fuori non si sa che in Venezuela si sta completando una campagna dall’fabetizzazione e che presto lanalfabetismo sarà a tasso zero. L’educazione ora si fa anche in lingue indigene, che sono 38, e si fanno pubblicazioni in queste lingue. La lingua ufficiale ormai non è solo lo spagnolo, ma lo sono anche le lingue indigene. Ci sono tre indigeni/e nell’assemblea nazionale (parlamento) e fino a poco fa un’indigena era ministra dell’Ambiente e Risorse Naturali). L educazione ha reintegrato milioni di persone che prima ne erano escluse. I programmi di educazione cominciano dai bambini di un anno. Le scuole bolivariane, in cui non si paga nulla, sono per i bambini che prima non potevano pagare l’iscrizione a una scuola. Si tratta di scuole di educazione integrale, con pranzo e merenda, e con cultura e sport oltre agli insegnamenti dell’educazione di base. E soprattutto non si tratta di scuole separate dalla comunità.
Il presidente del Venezuela così ha espresso il suo dolore per la morte di Ernesto Cardenal.
A nome del popolo venezuelano, invio profonde condoglianze al Comandante Daniele, a Rosario e a tutti i nicaraguensi, per la morte del grande poeta Ernesto Cardenal. Il suo inestimabile patrimonio letterario, culturale e religioso è un orgoglio per i latinoamericani. Vola alto maestro!
La sua opera poetica è stata immensa. Tra gli innumerevoli riconoscimenti ricevuti lungo la sua straordinaria carriera spiccano il Premio Reina Sofía de Poesía Iberoamericana, XXI edizione, e il Premio Iberoamericano de Poesía Pablo Neruda. Nel 2004 è stato candidato al Premio Nobel. Nel 2005 conduce un laboratorio di Poesia con i bambini in cura all’ospedale oncologico La nascosta di Managua, dove scrisse: Io non aspetto il Giorno del Giudizio Finale con particolare ottimismo, ma prevedo che una delle cose positive che mi verrà detta sarà: Io ero un bambino malato di cancro e tu mi hai insegnato a fare poesia.