Renzi lascia Conte col cerino in mano.

di Redazione. Chi pensava che Matteo Renzi bluffasse, si sbagliava di grosso. Dimissioni per le ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova e Elena Bonetti e per il sottosegretario Ivan Scalfarotto, e parole di fuoco contro il premier: “La crisi è aperta da mesi e non da noi – ha detto il leader di Iv – Conte ha creato un vulnus alle regole della democrazia”.

Renzi ha escluso il voto anticipato e governi con il centrodestra, ma ha fatto capire abbastanza chiaramente cheil suo obiettivo è quello di un nuovo presidente del consiglio: “Non abbiamo pregiudiziali su Conte ma non esiste un solo nome per Palazzo Chigi”.

La frustata che segna la fine del lungo intervento di Renzi nella conferenza stampa di ieri pomeriggio che, per quasi un’ora, tira la corda e poi la allenta, parla di metodi sbagliati ma anche della possibilità di recuperare, annuncia il voto favorevole sullo scostamento di bilancio e sull’eventuale decreto ristori, ma alla fine emerge che un governo dove ci siano, insieme, Conte ed Italia Viva non è più possibile.

Certo che Renzi, al quale va attribuita la paternità di questo Governo, ha fatto anche un pò il lavoro sporco che un pezzo del Partito Democratico avrebbe voluto fare. Il tutto nell’assordante silenzio politico del Movimento 5 Stelle.

Insomma, l’obiettivo di Matteo Renzi è proprio quello di buttare giù il premier, tanto che sarebbe disposto ad appoggiare persino un governo a guida Pd, pur di non rivedere più Giuseppe Conte e Rocco Casalino a Palazzo Chigi.

Pertanto la proposta di un patto di legislatura, fatta dal premier Conte tornato a più miti consigli dopo un colloquio al Quirinale, non è bastata a Matteo Renzi che ha aperto comunque la crisi di governo ritirando la delegazione di Italia Viva dall’Esecutivo.

E adesso cosa farà il governo? Conte salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni, oppure chiederà la fiducia in parlamento, confidando nei ‘voltagabana’ di turno?

Insomma, il cerino resta tra le mani del Presidente del Consiglio.

Ma una cosa va detta: a questo mondo, e in questo paese, nessuno è indispensabile, tantomeno chi ha dato ampia dimostrazione di non essere all’altezza di governare la gravissima situazione che stiamo vivendo, e poi in Italia… morto un governo se ne fa un altro!

E a questo punto che si arrivi ad un nuovo esecutivo passando per il Parlamento, per il Quirinale o per le urne, considerati i governi di questo ultimo ventennio, poco importa!

Quello che oggi giorno conta per davvero sono i diktat di Bruxelles e la capacità degli italiani di rimboccarsi le maniche e di ripartire, a prescindere dal governo di turno!

 

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