Coronavirus, gaffe dell’Oms: “Scusate, ci siamo sbagliati. Rischio globale elevato”!

di Redazione. “Scusate, ci siamo sbagliati”. Gaffe mondiale dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) che, pochi giorni dopo aver riunito il comitato d’emergenza per dichiarare non degno di allarme planetario il contagio nato in Cina, fa marcia indietro: “Il rischio globale derivante dal coronavirus cinese è elevato”, cancellando quel rischio moderato “erroneamente comunicato nell’ultimo rapporto”.

Quindi ‘Oms ammette l’errore e dichiara che il rischio globale derivante dal coronavirus cinese è “elevato” e non “moderato” come aveva scritto negli ultimi rapporti. 

La Commissione sanitaria nazionale cinese ha detto nei suoi aggiornamenti quotidiani che i casi d’infezione accertati sono saliti a 4.515 unità, quasi raddoppiati in 24 ore sulle 2.744 unità di ieri.
La commissione ha confermato 26 nuovi decessi, a quota 106 totali, secondo quanto è già emerso stamani dalle comunicazioni della Commissione sanitaria di Wuhan. Allo stato, ci sono quasi 7.000 casi sospetti in attesa di conferma.

PSICOSI IN FARMACIA. Le mascherine protettive, da ieri, risultano sold out in varie farmacie di Roma che hanno pure esposto cartelli informativi. Ma da Federfarma rassicurano: saranno presto di nuovo disponibili e non si registra una carenza di scorte. A chiedere le mascherine sono soprattutto persone in partenza e dirette in aeroporto, oltre ai turisti. È scattata una sorta di psicosi, come già accadde ai tempi della Sars.

CANCELLAZIONI DI MASSA. Intanto le agenzie di viaggio italiane lamentano una cancellazione totale dei viaggi per la Cina. La Fiavet assicura che non verranno applicate sanzioni ma alle associazioni dei consumatori vengono segnalati casi opposti.

TASK FORCE CAPITALE. Sempre a Roma sono 150 i medici che hanno risposto all’appello del Ministero della Salute: costituiscono una task force pronta ad entrare in gioco in caso di vera emergenza.

NESSUN VACCINO. “Non abbiamo un vaccino, non abbiamo una terapia ma abbiamo una cosa non da poco: possiamo fare la diagnosi della malattia. Con l’Hiv per tanti anni non abbiamo avuto questa possibilità. Ora non dobbiamo far arrivare il virus in Italia – ha detto il virologo Roberto Burioni ospite a Radio24 -. L’unica cosa che può difenderci è la quarantena”.

AUMENTA IL TERRORE. A Pechino si registra il primo morto: la vittima, di 50 anni, si era recata a Wuhan l’8 gennaio, gli era stata diagnosticata la polmonite atipica il 22 gennaio. Tre nuovi casi sospetti in Austria, mentre ci sarebbe il primo contagiato in Africa.

ITALIANI IN CINA. Esclusa per gli italiani bloccati in Cina l’idea di un “trasferimento via terra, che implica quarantene piuttosto complesse”, la Farnesina “sta valutando insieme anche con altri soggetti tra cui l’istituto Spallanzani, il ministero della Sanità e il centro interforze l’idea di un trasferimento aereo”, che comunque “sarà complesso”. Lo ha detto il capo dell’Unità di Crisi Stefano Verrecchia, a Unomattina. “Siamo sempre in contatto con i connazionali – ha detto – che sono circa una settantina in buone condizioni di salute”.

E’ previsto per dopodomani un primo rimpatrio di cittadini francesi da Wuhan. “Un primo aereo di rimpatrio partirà domani da Parigi per rientrare probabilmente giovedì, con persone che non presentano sintomi”, ha dichiarato il segretario di Stato ai Trasporti, Jean-Baptiste Djebbari, ai microfoni di CNews. Djebbari ha aggiunto che ci sarà successivamente un “secondo volo”, con date ancora da determinare, “con persone potenzialmente affette dal virus”

In considerazione dell’epidemia del nuovo coronavirus, i cittadini cinesi sono inviati a evitare i viaggi all’estero per garantire “salute e sicurezza” di cinesi e stranieri. E’ il messaggio della National Immigration Administration cinese, secondo cui la riduzione dei movimenti trans-frontalieri può aiutare a prevenire e controllare la diffusione della polmonite causata dal coronavirus 2019-nCoV, il cui focolaio è stato trovato a Wuhan. In una nota, l’amministrazione chiede di “spostare i viaggi all’estero non necessari”.

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