Prima casa. Si deve rivalutare la rendita catastale del 5%. Per farlo si moltiplica la rendita x 1,05. A partire da questo risultato bisogna poi moltiplicare x 160 per avere il valore catastale. Su questo valore si applica poi l’aliquota del 4 per mille (x 0,4 : 100), che è però la soglia minima prevista dal governo. I comuni la possono anche aumentare fino al 6 per mille. All’importo si sottraggono 200 euro come detrazione prima casa e 50 euro per ogni figlio a carico. Ecco alcune città che hanno già innalzato o stanno per innalzarel’aliquota prima casa (le altre, per il momento, l’hanno lasciata al 4 per mille):
Torino: 5 per mille
Parma: 6 per mille
Roma: 6 per mille
Caserta: 6 per mille
Salerno: 4,7 per mille
Reggio Emilia: 5 per mille
Avellino: 5,5 per mille
Forlì: 5,5 per mille
Rovigo: 6 per mille
Seconda casa. Il calcolo è lo stesso che per la prima, ma si applica poi un’aliquota minima del 7,6 per mille (x 0,76 : 100), che i comuni possono innalzare fino al 10,6 per mille. Non sono previste in questo caso detrazioni. Ecco alcune città che hanno innalzato o stanno per innalzare l’aliquota (le altre, per il momento, l’hanno lasciata al 7,6 per mille):
Aosta: 9,6 per mille sulle seconde case sfitte
Milano: 9,6 per mille sulle seconde case; 10,6 per mille per banche e assicurazioni; è allo studio un’aliquota super ridotta al 4,6 per mille sulle seconde case affittate a canone concordato
Torino: 9,8 per mille
Genova: 10,6 per mille
Firenze: 9,6 per mille e 10,6 per mille sulle seconde case sfitte
Roma: 10,6 per mille
Pesaro: 10,6 per mille
Caserta: 10,6 per mille
Bergamo: 10,6 per mille
Monza: 8,4 per mille
Lecco: 8,6 per mille sulle seconde case locate e 9,6 per mille per quelle sfitte
Rovigo: 10,6 per mille
Ricordiamo che la vecchia Ici sulle seconde case era in media del 6,5 per mille, per cui gli aumenti sono davvero considerevoli!!!
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