Chirurghi in fuga: stipendi bassi, aggressioni e turni infernali. Sale operatorie a rischio chiusura.

di Redazione. Siamo alla fuga dei ‘camici bianchi’ e in particolar modo dei chirurghi dal Servizio Sanitario Nazionale: tra prossimi pensionati, medici in carriera che scelgono di andare all’estero e giovani laureati in Medicina che non vogliono più fare i chirurghi, la situazione rischia di essere devastante per i pazienti. I giovani si allontanano dalla chirurgia: guadagni scarsi e turni massacranti, ripetute aggressioni in corsia e soprattutto l’elevato rischio di contenziosi legali post operatori, poi difficoltà di accesso e di stabilizzazione lavorativa.

Ce n’è abbastanza per lanciare l’allarme rosso.

A rischio chiusura le sale operatorie di molti ospedali, specie del Sud, mentre in Veneto le strutture private di Germania, Francia, Inghilterra e Arabia Saudita saccheggiano i medici più bravi pagandoli anche il triplo. Si sta così negando il diritto alla salute, aggravato anche dalla crisi economica che non consente ai meno abbienti di potersi curare.

Così siamo al paradosso, con l’Italia già costretta a importare chirurghi dall’Est europeo, con metodi di preparazione completamente diversi.

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