Caso Gregoretti, ok del Senato al processo per Salvini.

di Redazione. Matteo Salvini aveva chiesto ai suoi senatori di voler andare davanti al giudice per chiarire una volta per tutte la sua posizione ed è stato accontento!

Il Senato, infatti, ha votato per mandarlo a processo sul caso Gregoretti.

L’accusa all’ex ministro dell’Interno è di sequestro di persona per i 131 migranti, rimasti per 4 giorni sulla nave militare prima dello sbarco ad Augusta il 31 luglio 2019.

Occhi puntati sul tabellone di Palazzo Madama: si segnalano alcune luci spente nell’area dei senatori di Italia Viva (Renzi aveva annunciato voto favorevole al processo, pur non condividendo l’idea che la scelta di Salvini sia un reato) e qualche luce verde, come quella di Pier Ferdinando Casini del Misto che ha annunciato in aula di essere contrario al processo. 

Matteo Salvini si dice tranquillo “Quando ci sarà il processo lo affronterò con orgoglio. A differenza di altri, io non scappo. Ho scelto io contro il mio quieto vivere di andare davanti a un tribunale. Mi spiace che qualcuno a sinistra cerchi ancora in Italia e nel resto del mondo di eliminare gli avversari politici. Siamo antropologicamente e culturalmente diversi: io mai nella vita chiederò che siano i giudici a giudicare Conte Zingaretti e Di Maio. Il giudizio che conta è quello del popolo. Confido nel fatto che la magistratura sia sana, libera e indipendente. Se devo essere processato, lo farò a testa alta. Andrò a processo e racconterò quello che ho fatto come mio motivo d’orgoglio. Attendo sereno il giudizio prima del Tribunale, poi del popolo italiano quando si voterà“.

IL DISCORSO DI SALVINI AL SENATO. “Se avessi dovuto ragionare per opportunismo, per interesse personale non avrei preso la decisione che ho preso: si parla di un processo, non di una passeggiata. Ritengo di aver difeso la mia Patria, non chiedo un premio ma se ci deve essere un processo che ci sia. Ho fatto il mio dovere. Non andrò a difendermi ma a rivendicare con orgoglio quello che collegialmente abbiamo fatto per l’Italia. E l’abbiamo fatto per più di un anno con gli amici dei 5 Stelle”, ha continuato ricordando le dichiarazioni di Di Maio, Toninelli e Bonafede.
“Io dico quello che dico per rispetto nei confronti della carica che ho ricoperto, degli italiani e dei miei due figli che vanno a scuola e hanno il diritto di ritenere che il papà sia spesso lontano da casa non perché sequestra persone ma perché difendere confini del suo Paese è un suo dovere”, ha aggiunto dicendosi preoccupato per i suoi figli “che domani leggeranno sul giornale che il papà è un criminale”.
“Io un sequstratore? I migranti siamo andati a prenderli noi in acque maltesi. Ci chiesero aiuto e ho detto sì, avremmo potuto fregarcene e invece no. Devo disubbidire a Giulia Bongiorno perché sono testone e sono stufo di impegnare quest’Aula per la Diciotti, la Gregoretti, la Open Arms. Chiariamola una volta e per tutte davanti a un giudice se ho fatto il mio dovere. Non cerco vendette. Voglio andare a processo per raccontare al mondo che queste politiche sull’immigrazione, condivise da Lega e M5S, hanno salvato decine di migliaia di vite umane. Sono convinto che l’archiviazione sia la fine di questa vicenda”.
Il leghista ha concluso il suo discorso citando Montanelli: “Combattete per quello in cui credete”. “Viva l’Italia, viva la libertà, viva la democrazia”.

Tensione in aula dopo il discorso di Salvini, che ha chiesto ai suoi di uscire dall’aula e lasciar decidere al giudice, convinto che tutto finirà con una archiviazione. Spintoni tra senatori leghisti e grillini dopo il discorso dell’ex ministro.

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