Oggetto della polemica, che per l’abbisogna ha scomodato associazioni, fondazioni, professoroni e tuttologi di ogni dove, è la campagna di sensibilizzazione dell’Assessorato Regionale alla Salute contro l’abuso di alcol fra le donne. Comparsa due giorni fa sul sito istituzionale “Costruire Salute”, e rimossa dopo appena 24 ore, la campagna mostrava il volto di una donna con sotto due calici di vino rosso che ‘evocano’ il seno e una frase: “Quali sono le dosi giuste di alcol per la donna?”.
Apriti cielo. E’ stata subito bufera sui social: “Sessista”, “di cattivo gusto”, “lontana dalla scienza medica”. Sono solo alcune delle accuse lanciate sui social mettendo all’indice la trovata pubblicitaria, accusata di sessismo e di una sconcertante mancanza di rispetto per le donne.
Ma c’è pure chi ha sorriso e non si è sentito disturbato dalla campagna e dalla sua immagine, ritenendo “geniale” l’idea dei calici che evocano i seni anche perché l’alcol aumenterebbe il rischio di tumore al seno.
Ma la domanda – che toglie il sonno agli italiani alle prese con la crisi economica più devastante della nostra storia repubblicana – è: si è trattato di sessismo o di grafica geniale/evocativa e provocatoria?
Ma possibile che in questo paese si perda ancora del tempo prezioso a cercare l’ago nel pagliaio invece di mettere il fieno in cascina, al riparo da chi se lo sta portando via?