di Redazione. Se prima della pandemia eravamo indebitati fino al collo, adesso, in piena emergenza economico-sanitaria, lo siamo ancora di più.
L’economia, causa coronavirus, è in frenata.
Le ‘entrate’ dello Stato, tra chi evade ed elude il fisco e chi ne è stato esentato per il covid, sono sensibilmente diminuite.
Per contro sono aumentate le ‘uscite’ per pagare sanità, reddito di cittadinanza, pensioni sociali, cassa integrazione e ‘ristori’.
Insomma, le casse dello Stato sono maledettamente vuote!
Nonostante ciò, invece di cercare in qualche modo di ‘fare cassa’, c’è chi addirittura spinge per far crescere ulteriormente il debito pubblico italiano consegnando i nostri destini alla Banca Centrale Europea che dovrebbe farci indebitare per ulteriori 209miliardi di euro!
Tant’è che il debito pubblico italiano continua a salire e ha messo a segno un nuovo record. A fine ottobre, secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.587,0 miliardi, in aumento di 3,2 miliardi rispetto al mese precedente.
Il fabbisogno del mese (9,9 miliardi) è stato solo parzialmente compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (-6,1 miliardi, a 78,4) e dall’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (che hanno complessivamente ridotto il debito di 0,6 miliardi).
Sempre ad ottobre sono invece calate le entrate tributarie: quelle contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 33,0 miliardi, in diminuzione del 15,5% (-6,1 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2019 come riflesso del calo delle imposte dirette.
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