Astensione: perché andare a votare se al governo convivono Salvini e Letta?

di Attilio Runello. In un paese in cui si vota tre volte all’anno, fra elezioni europee, nazionali, regionali e comunali ci si può sorprendere se molti elettori non vanno a votare?
Ci hanno tolto le elezioni provinciali, ma non ne sentiamo la mancanza.
Gli zoccoli duri dei partiti si sono ridotti considerevolmente.
Molte persone che votano a destra lo fanno se hanno la sensazione che a causa della criminalità o degli emigranti la sicurezza viene messa in discussione.
Spesso questa sensazione proviene dagli avvenimenti del proprio piccolo comune o del proprio quartiere.
O anche dalle informazioni che arrivano dalla televisione.
Da un paio di anni a questa parte le notizie sulle rapine nelle villette, i furti in cui il proprietario reagisce sparando o gli immigrati che invadono stazioni ai confini del paese sono praticamente scomparse.
Gli emigranti arrivano ma non sembrano creare disordini. I giornalisti hanno smesso di occuparsi delle baraccopoli abitate dagli emigranti che si occupano di raccolta di frutta e ortaggi nel sud Italia.
La distribuzione degli emigranti sul territorio nazionale non sembra causare allarmismi. E ne sono arrivati quasi quarantotto mila.
E allora perché andare a votare se al governo convivono Salvini e Letta? Noi possiamo capire che di fronte all’emergenza Covid vale la pena avere una grande coalizione e che le leggi da approvare in Parlamento abbiano sempre il via libera. E che all’estero si presenti un governo forte.
Ma c’è chi aspetta che si ritorni a parlare delle periferie, delle case occupate, delle tante baraccopoli, dello spaccio di droga e delle tante famiglie mafiose che imperversano.
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