di Antonello Laiso. Se siamo tutti figli di Dio, e Dio è misericordioso se ci fosse bisogno di quella misericordia divina per essere felici ce la concederebbe comunque, a prescindere dal nostro orientamento sessuale.
Perché allora la Chiesa che ha metabolizzato tematiche ancora più pesanti come l’aborto ed il divorzio, adesso fa questa alzata di scudi contro il decreto Zan ancora in attesa di approvazione al Senato?
Per quale motivo tale legge in base ad un concordato sancito con lo Stato non è di gradimento della Santa Sede, quando lo stesso decreto Zan contempla norme restrittive e severe per chi discrimina omosessuali e trans?
Discriminazioni, violenze, aggressioni e abusi di ogni sorta che leggiamo sempre più spesso sulla stampa nazionale.
La libertà di pensiero allo stesso tempo non significa che deve essere sancito un univoco punto di vista, certamente si può essere in disaccordo, ma il disaccordo non ci può essere solo perchè non ci si uniforma tutti quanti a vedute arcaiche e retrograde che discriminano uomini e donne in base al sesso.
Il disaccordo non può sfociare nell’odio, negli insulti, nelle aggressioni e nelle rappresaglie anche sui luoghi di lavoro.
Per questo è necessaria una regolamentazione che sancisca in misura aggravata comportamenti e delitti omofobi e transfobici.
Un genitore con un figlio o una figlia gay perché devono temere uno pseudo odio verso un diritto di scelta di genere e di orientamento sessuale che loro stessi hanno accettato per i loro figli ragazzi, un diritto che è stato scritto nel DNA della vita.
Quella stessa vita che ci ha donato Dio nel suo mistero osannato nelle omelie di Santa Madre Chiesa, e che adesso critica perchè il parlamento italiano si appresta a legiferare in materia di scelta sessuale.
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