Zingaretti segretario del Pd.
Un consenso personale che supera il 60 per cento; nessuna conta in Assemblea, obbligatoria qualora nessuno dei tre candidati avesse raggiunto il 50%.
Un mandato pieno, senza ombre e senza scuse: “Abbiamo superato il dato dell’affluenza alle primarie del 2017, siamo oltre il milione e ottocentomila elettori”, ha comunicato il comitato di Nicola Zingaretti, che è stato eletto nuovo segretario del Partito Democratico.
La percentuale a suo favore è andata ben oltre la soglia del 50%, verso il 65%, con un consenso sparso su tutto il territorio. Il trend si è definito già all’inizio dello spoglio e molto presto gli sfidanti Maurizio Martina e Roberto Giachetti hanno riconosciuto la vittoria del rivale, così come ha fatto con un tweet Matteo Renzi.
Tutti hanno preferito concentrarsi sulla soddisfazione per la partecipazione degli elettori alle primarie e hanno auspicato che ora per il PD cominci un lavoro unitario.
Così, dopo otto mesi disperati e faticosissimi, il neo segretario può finalmente fermarsi e gioire.
Il suo primo discorso da segretario del Pd si poggia su tre pilastri: “Unità e cambiamento”; “Un nuovo Pd, con un nuovo campo e nuove alleanze di cui non sarò mai il capo ma il leader”; “Grazie all’Italia che non si piega ad un governo pericoloso”.
Zingaretti è felice, gli occhi sorridono, speriamo non sia il solito fuoco di paglia.
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