Wind of change. Dopo 9 anni la dittatura della Juventus sembra destinata a concludersi.

di Alberto Sigona. Dopo 9 anni la dittatura della Juventus sembra destinata a concludersi. Il Milan di S. Pioli sembra il più accreditato a detronizzare la Signora. Ma occhio anche all’Inter…

Nella cerchia delle candidate al Titolo di Campione d’Italia iniziano a cristallizzarsi le posizioni privilegiate delle due squadre milanesi.

Eh già, Milan ed Inter, dopo un lunghissimo periodo buio, in cui le vesti regali erano state sgualcite dal tempo impietoso ed irriguardoso, sembrano tornate in possesso di quell’autorevolezza funzionale al perseguimento di certi traguardi sibaritici, il cui ricordo pareva ormai estinto come la tigre dai denti a sciabola.

Dopo una quaresima decennale le due grandi nobili del calcio italiano pare che stiano predisponendo le condizioni per riappropriarsi del reame sottrattogli dalla Signoria bianconera, che in quasi due lustri ha spazzato via ogni minima forma di dissenso, astenendosi da ogni sorta di negoziato, riducendo all’impotenza tutte le altre pretendenti al trono.

Ora nell’aria si annusa il profumo del cambiamento, una sorta di “wind of change” che sulla nostra penisola non soffiava da tantissimo tempo.

9 anni nel calcio sono quasi un’era geologica, e la voglia di mutare il corso degli eventi e di tranciare quella cortina di ferro calata sul nostro campionato dal 2011-’12, dividendo la Juve dai competitors, alloggia proprio nei team di S. Pioli ed A. Conte.

Se il possibile assalto dell’Inter al quartier generale della Juventus poteva essere messo in preventivo – giacché già l’anno scorso i nerazzurri erano tornati sulla cresta dell’onda, cimentandosi in quelle che un po’ a tutti sono sembrate le prove generali di un successivo torneo da vivere sulla sommità dei monti incliti – non altrettanto possiamo asserire del Milan, reduce da un campionato che, sino allo stop dovuto al Covid, lo vedeva veleggiare controvento tra i flutti tempestosi di un rinnovamento societario tutt’altro che pacifico.

Il cambio di rotta repentino sarebbe avvenuto dopo il rientro dallo stop forzato. Sicchè, quella che ai più ricordava una sorta di armata Brancaleone si è letteralmente trasformata in una “Grande Armée napoleonica” in scala ridotta. E la recente campagna europea – coi rossoneri già qualificati, e senza patire più di tanto, ai sedicesimi della ex Coppa Uefa – non fa altro che suffragare le tante previsioni ottimistiche che in questi giorni si stanno stagliando sul sentiero luminoso del Diavolo.

Insomma, il Milan, molto più dei cugini nerazzurri, sembra davvero attrezzato per porre fine al lungo regime totalitario di Madama, e le ultime uscite, sia del Milan che della Juve, non fanno altro che ribadire il concetto.

Mentre in casa piemontese si staranno interrogando sulla bontà della scelta di cacciare il collaudato Sarri per far posto al neofita Pirlo.

Per una Serie A che presto potrebbe assistere ad un cambio della guardia che, non me ne vorranno i bianconeri, non potrà che giovare alla gradevolezza di un torneo da troppi anni ostaggio della monotonia. In fondo non avevano torto gli antichi romani quando asserivano che “varietas delectat” [ogni novità ci stuzzica].

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