Camilleri in punto di morte. Chi è, cosa pensa di lui Vittorio Feltri.

di Vittorio Feltri. Andrea Camilleri è in punto di morte e probabilmente se ne andrà presto, come è ovvio che sia: un uomo, benché bravo nel suo mestiere, essendo giunto a 94 anni pur fumando montagne di sigarette (alla faccia degli antitabagisti), più che vecchio non può diventare.

A tutti tocca andare al cimitero, lui non fa eccezione come non la farò io. Attendo il trapasso senza fretta, però so che arriverà. Mi preoccupa il modo. Più che il decesso temo la sofferenza che esso spesso comporta. Chiunque vorrebbe tirare le cuoia durante il sonno, non rendendosene conto. Ciò detto mi affretto a dire che Camilleri, per quanto comunista, aveva un talento notevole di narratore che me lo rendeva simpatico.

Egli ebbe un gran successo quando aveva superato i 70 anni. Non è una bella cosa affermarsi in età pensionabile, ciononostante è sempre meglio che non affermarsi mai. Alcune sue opere si inseriscono perfettamente nella tradizione letteraria siciliana, cito a capocchia Pirandello, Verga, Sciascia e ne trascuro altri per brevità. D’altronde la lingua italiana si è sviluppata in Sicilia per merito di Federico II di Svevia, sebbene in seguito sia stato ufficialmente adottato l’idioma toscano o, meglio, fiorentino. Segno che gli isolani padroneggiano il lessico e non stupisce che palermitani e catanesi siano diventati scrittori importanti, fondamentali.

Le capacità affabulatorie di Camilleri non sono in discussione, la struttura matematica dei suoi racconti è esemplare e ammirabile. Ma la sua testa matta, oltre che affascinante, desta qualche perplessità. Non riusciva a capire che il marxismo era già marcio ancor prima di imporsi. E quando esso si rivelò una bufala e svanì quale neve al sole, Andrea non ebbe la forza di riconoscerne il fallimento brutale. Rimase rosso ma non di vergogna. Egli ha rivendicato fino all’ultimo la sua adesione al bolscevismo. Tuttavia l’arte non ha bandiere, e quella di Camilleri va riconosciuta per quello che è: mirabile. Non tutta, ma quasi. Oggi, di fronte alla probabilmente prossima fine, riconosciamo allo scrittore ogni merito tecnico e a lui ci inchiniamo.

L’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, un terrone che ci ha rotto i coglioni almeno quanto suo fratello Zingaretti, segretario del Partito democratico, il peggiore del mondo.

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8 Responses

  1. enzo sanna ha detto:

    Brava

  2. roberto b ha detto:

    Gent. direttore, il suo post non lo condivido, però questo fa parte della “dialettica”. Invece quello che mi ha fatto inc…re sono state due parole, perchè il mondo è fatto di parole che hanno un loro significato e questo essendo lei un giornalista dovrebbe ben saperlo, e cioè “cog..ne” e” terrone”. Per la prima mi sembra che il turpiloquio sui social dovrebbe essere bandito invece la seconda viene usata in modo dispregiativo per l’appartenenza ad un territorio del commissario Montalbano. Aver bisogno di un aggettivo “terrone” per criticare Montalbano per sminuirne i suoi pregi (risolve tutti i casi) è un tecnica usata spesso da voi giornalisti.
    Un saluto roberto b

  3. Doriana Goracci ha detto:

    Caro Andrea Camilleri, chissà ora cosa stai pensando in quel letto di ospedale, fa caldo a Roma…
    Il Santo Spirito è un vecchio ospedale romano che ben conosco, mentre non conosco quelle parti della Sicilia che tu così bene hai descritto per il commissario Montalbano. Io quando sto male penso al mare, alle onde che mi carezzano, vanno e vengono e mi aiuta.
    Ma tu sai benissimo come andare avanti, finché ne avrai la forza, magari fino a quando festeggerai il 6 settembre i tuoi 94 anni: temevi l’Alzheimer, per tua e nostra fortuna non è mai arrivato. E’ arrivato un arresto cardiaco, un cuore un po’ stanco il tuo… riposa un poco, quanto ne hai voglia… noi non possiamo leggerti una storia ma tu ce ne hai narrate tante, grazie ora prenditi tutti gli abbracci di chi ti ama. Rimarrai sempre il nostro Maestro senza regole.

  4. Mariuccio ha detto:

    …speriamo solo che i 5stelle portino avanti e fino in fondo una delle loro bandiere: abolire l’ordine dei giornalisti!

  5. Paolo Borrometi ha detto:

    È terribilmente squallido, a dir poco, leggere cosa scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale su Andrea Camilleri.

    Penso che il grande Maestro meriti rispetto, tanto rispetto, soprattutto in questo momento di grande sofferenza, così come meritano rispetto le sue opere.

    Ma come si fa a dire, tanto per citarne una, che la sua dipartita finalmente permetterà di non vedere più Montalbano, che è un terrone che ci ha rotto i coglioni.

    Sono sempre stato per la differenza di opinione, che per me è e resta una ricchezza.
    Come ho sempre difeso l’autonomia del giornalismo e del giornalista.
    Ma non gli insulti o le offese, per di più pronunciate nei confronti di chi, come Camilleri, sta combattendo la battaglia della vita.

    Chiedo ancora una volta all’Ordine dei giornalisti di intervenire.

  6. Maurizio70 ha detto:

    Tanti carissimi auguri di pronta guarigione allo scrittore, ma altrettanti complimenti al giornalista sempre lucido, sagace e pungente!

  7. Evelina ha detto:

    Dopo la trecentomillesima replica di Montalbano mai esternazione fu più azzeccata… CHE GRANDE ROTTURA DI CABASISI ! ! !

  8. Felix ha detto:

    Grandissimo Vittorio! Ti ammiro perchè sei un uomo libero e dici sempre quello che pensi senza peli sulla lingua! Sei l’unico intellettuale di destra capace di tener testa DA SOLO allo sciame dei buonisti di sinistra!

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