Verona, polemica sul gadget con il feto. Perchè?

di Redazione. In questi giorni si è fatta una grande polemica sulla distribuzione di un feto di plastica come “gadget” in uno degli stand del “Congresso mondiale delle famiglie” di Verona.

“L’aborto ferma un cuore che batte!” si legge nel cartellino che accompagna la riproduzione di gomma di un embrione di 10 settimane distribuito da “Notizie Pro Vita”.

Il fatto ha suscitato scandalo e sdegno nei progressisti, nella Sinistra in generale e anche nei 5Stelle, che all’unisono hanno disapporvato questa “iniziativa”.

A questo punto la domanda sorge spontanea: Perché? Forse non sopportano l’idea di vedere che un feto che si vuole abortire è un essere umano già formato, con testa, mani, piedi e un cuore che batte?

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1 Response

  1. Gaetano Pedullà ha detto:

    A vedere quanto si accalorano i parlamentari di destra e di sinistra, con i loro opinionisti di complemento, sembrerebbe che le sorti non del Paese ma addirittura del mondo dipendano dai nuovi ayatollah del movimento Pro Life. Così nelle tribune televisive non si parla d’altro, e quisquiglie come la partenza del Reddito di cittadinanza o il blitz in Parlamento per ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti e aumentare gli stipendi di deputati e senatori spariscono dai radar.

    Insomma, siamo di fronte all’ennesimo strumento di distrazione di massa, che ha come unico fine quello di dividere insieme alla politica anche il Paese. Tornare all’epoca in cui non c’erano il divorzio e l’aborto è l’ultimo dei pensieri degli italiani, così come non è in cima alle urgenze un’ulteriore estensione dei diritti alle coppie dello stesso sesso o sulle gravidanze indotte artificialmente. Eppure appare irrefrenabile il bisogno di togliere un altro mattone dal muro delle nostre certezze, come se non avessimo già pochi problemi a tenere la bussola.

    Parallelamente a tutto questo, non si può non ammettere che dietro il meeting in corso in Veneto c’è essenzialmente la Lega, con tre suoi ministri e molti dirigenti tra il pubblico. Un’evidente forzatura rispetto alla dichiarata assenza dei 5 Stelle, resa plastica dal braccio di ferro sul patrocinio poi negato da Palazzo Chigi. Per Matteo Salvini dunque questo appuntamento è cruciale, ma per un motivo ben diverso dagli aspetti etici sostenuti da una platea di testimonial improbabili, divorziati, conviventi more uxorio, genitori di figli avuti da più coniugi e altre stranezze del genere per un raduno sulla famiglia tradizionale.

    Proprio il Veneto è una regione dove la presenza dei cattolici è antica e diffusa, e a questo elettorato la Lega ha bisogno di dire qualcosa, possibilmente che li tocchi nel profondo, per non parlare delle Autonomie, la cui riforma si è arenata al Quirinale, e da lì per il momento non riesce a uscire a causa di problemi anche di carattere costituzionale difficili da superare. Se non fosse che il copyright è di Karl Marx, Salvini potrebbe scriversi sulla felpa che la religione è l’oppio dei popoli.

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