Valore legale della laurea. Parte il referendum!

Ma il pezzo di carta al giorno d’oggi vale ancora qualcosa? E’ giusto occupare certe posizioni e rivestire taluni ruoli, soprattutto se di pubblico interesse, solo in virtù del fatidico pezzo di carta? Possono oggi diploma, laurea, master e dottorati che dir si voglia, essere le uniche credenziali per accedere a ‘favolose carriere’ premiate a colpi di migliaia e migliaia di euro al mese? Gli istituti pubblici, privati e stranieri che rilascaino i titoli di studio sono da considerarsi tutti alla stessa stregua? O forse sarebbe più giusto premiare il merito, chi sà e chi sa fare??? A queste domande sono chiamati a rispondere tutti i cittadini italiani. Parte oggi, infatti, e si concluderà entro il 24 aprile p.v. la consultazione on-line promossa dal ministero dell’Istruzione sul proprio sito per chiedere agli italiani cosa pensano circa l’abolizione del valore legale del titolo di studio. Il sito del Miur ha un banner in basso a destra dove si accederà al questionario on-line, con la schermata iniziale nella quale saranno elencati i dettagli tecnici e gli obiettivi del nuovo strumento messo in campo dal Ministro Profumo.
Ecco il link: http://www.istruzione.it/web/ministero/consultazione-pubblica .
Per partecipare sarà richiesto il proprio codice fiscale e un indirizzo e-mail al quale arriverà la password per accedere alle domande; si potrà quindi accedere all’area riservata dove, suddivise in 6 argomenti, ci saranno una quindicina di domande che sviscereranno il più possibile la tematica in questione. Il questionario sarà anonimo, ma i dati potranno essere usati dal ministero per tracciare i profili delle persone che accederanno alla consultazione per valutarne poi il successo e il valore statistico. Alla fine del questionario ci saranno poi 3 domande per poter registrare il feedback del compilatore rispetto allo strumento usato. Durante le varie domande del questionario si potranno avere approfondimenti circa le tematiche toccate dalle domande per comprenderne meglio lessico e indirizzo. Il 27 gennaio 2012, al termine del Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha annunciato di voler sottoporre a consultazione pubblica il tema del valore legale del titolo di studio, affidandone la gestione al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. È una scelta che segna un elemento distintivo importante rispetto al passato. Quella che, in Europa, è oramai una prassi consolidata, in Italia ha trovato solo timide e sporadiche applicazioni. C’è, da parte di tutti i componenti del Governo, la convinzione che debba essere tutta la cittadinanza (compresi i giovani) a contribuire alla ripresa economica, impegnandosi nella crescita e nello sviluppo. In quest’ottica, il contributo costruttivo di coloro che hanno un interesse o un’opinione diviene incentivo al miglioramento delle decisioni. Ne guadagnano le istituzioni, che accrescono la propria trasparenza; i cittadini, che guadagnano l’accessibilità all’attività del Governo; infine, ne guadagna il Paese intero, che si adegua agli standard dell’Unione europea. L’idea di fondo è quella di trasformare la consultazione in un percorso, un elemento portante dell’azione di Governo che, prima di decidere, si ferma ad ascoltare la voce dei destinatari delle decisioni: i cittadini.

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