Vaccino anti Covid: Conte affida ad Arcuri il piano di distribuzione in Italia.

di Redazione. Ad oggi la stragrande maggioranza della popolazione non aspetta il vaccino anti-covid figuriamoci, troppo grazia Sant’Antonio per un paese come il nostro dove l’ottimismo è più una categoria dello spirito (inteso come ilarità), che non certo del corpo!!! – ma attende ancora, molto più “normalmente”, il vaccino anti-influenzale.

Ma per il momento ancora niente. Così tanti anziani e tantissimi italiani che ne hanno fatto richiesta al medico di famiglia si sento rispondere: “Signora dobbiamo sentirci la settimana prossima….”!? 

E di settimana in settimana siamo arrivati a metà novembre… senza copertura contro la normale influenza, almeno per le categorie più fragili!

Ma per il vaccino anti-covid, la musica sarà diversa. Sarà, infatti, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri il responsabile del piano operativo per la distribuzione dei vaccini in Italia. Il premier Giuseppe Conte accelera sul piano nazionale per i vaccini: questa mattina ha incontrato Arcuri e, d’accordo anche con il ministro della Salute Roberto Speranza, ha discusso con lui della decisione di affidargli l’incarico in vista dell’arrivo delle prime dosi del vaccino. Arcuri dovrà dunque occuparsi della distribuzione, dalla gestione delle scorte alla conservazione e spedizione, perché “sia efficiente – spiegano dal governo – e avvenga in piena sicurezza”.

Considerati i precedenti, incrociamo le dita e… speriamo bene!?

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9 Responses

  1. Oregon ha detto:

    Purtroppo l’ignoranza e l’incompetenza oggi come oggi regnano sovrane. Bravo chi riesce a lucrarci sopra!

  2. Giusy BO ha detto:

    Speriamo bene, certo sapere in anticipo che si sarebbe scatenata la pandemia, non avrei mai votato per degli incompetenti e incapaci! Un errore che non commetterò mai più. Meglio l’astensionismo!

  3. Elena S. ha detto:

    Le scuole le hanno dovute chiudere, hanno messo tutti gli impiegati in smart working perchè i mezzi pubblici sono insufficienti, e desso questi Signori dovrebbero organizzare una vaccinazione che coinvolge milioni di italiani? Ma per favore….

  4. Kocis ha detto:

    Questi non sono stati in grado di provvedere alla vaccinazione ordinaria contro la comune influenza (una vaccinazione di routine!!!) figuriamoci cosa no sapranno fare per quella anti-Cvovid!?

  5. Giusy BO ha detto:

    In Italia vanno avanti i peggiori, ma perchè noi italiani non siamo migliori di loro e abbiamo scelto di restare sempre ULTIMI!!!!!

  6. Anonimo ha detto:

    CRUCIA ma in Italia si premiano gli insuccessi

  7. Anonimo ha detto:

    Staremo a vedere, e staremo ad ascoltare una valanga di parole sul COVID

  8. corrado o. ha detto:

    I vaccini ad Arcuri: il potere premia gli incapaci!
    Lo so che è difficile fare storia del presente, ma ogni tanto sarebbe opportuno considerare la politica, che ci vede tutti partecipi e impegnati, e più o meno moderatamente partigiani, con un certo distacco. Con l’occhio, appunto, dello storico: di chi guarda le cose da lontano non disinteressatamente, ma con un altro tipo di interesse. E che sa vedere le cose anche con le dovute sfumature, senza schematismi mentali. Proviamo perciò a giudicare il commissario Domenico Arcuri da questa prospettiva, per quello che è o dovrebbe essere: un manager. Non un politico, ma un tecnico con elevata competenza, cioè capacità organizzativa, capace di risolvere problemi complessi in situazioni di emergenza. Un po’ quello che è stato Sergio Bertolaso, lo storico capo della Protezione Civile ai tempi del berlusconismo.
    1° fallimento
    Amministratore delegato di Invitalia, ove non aveva certo brillato, Arcuri ha assunto il 16 marzo 2020, in piena pandemia, per volontà di Giuseppe Conte che aveva scartato altre candidature, fra cui appunto quella di Bertolaso, il delicato compito di commissario straordinario “per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica”. Compito immane, senza dubbio, ma Arcuri ha subito mostrato un’incapacità di focalizzare i problemi, di aggredirli e risolverli, di uscire da un modo di comunicare fra lo spocchioso e l’arrogante, di fare squadra (“creare empatia”, dicono i manager) e non colpevolizzare gli altri (vi ricordate i famosi “liberisti da salotto”?) In sostanza, un fallimento, nonostante che la macchina propagandistica casaliniana avesse cercato all’inizio di avvalorare l’idea di un improbabile “modello italiano”.

    2° fallimento
    Arriviamo a luglio: il peggio è passato, si parla di “ripartenza” e uno dei problemi diventa quello di farlo in sicurezza nelle scuole. Il premier si rende conto che occorre affiancare un manager alla “sprovveduta” ministra Lucia Azzolina. E che fa? Incurante di tutti, premia proprio l’ineffabile Arcuri. Il quale, oltre ogni buon senso, invece di concentrarsi sulle strutture fatiscenti e sul pronto intervento di un medico di istituto, ha la geniale e costosa idea di comprare banchi a rotelle singoli che non serviranno a nulla. Inutile dire che la ripartenza delle scuole avviene nel casino più completo. E sono due fallimenti, sulle spalle della salute (non solo fisica) e con le tasche degli italiani. Il tutto poi al i fuori, continuiamo con il gergo manageriale, di ogni accountability: procedure, gare, appalti, sono, e non si sa perché, tutti secretati. Due fallimenti secchi, ma, come si dice, tutto lascia presagire che presto ce ne sarà un terzo.

    3° fallimento
    Ieri il buon Arcuri ha inanellato un altro incaricato da Conte: gestirà nientemeno che la distribuzione del vaccino, quando e se arriverà. E ritorniamo allo sguardo disinteressato dello storico, che non guarda né a destra né a sinistra e né al centro. E che giudica i fatti e non le persone. Come giudicare tutta questa faccenda?

    Direi solo una cosa: un Paese il cui il Potere non solo non premia il merito, ma premia il demerito nella più totale impunità e arroganza, senza cioè destare un minimo di sdegno o ribellione, e senza pudore; che lo fa alla luce del sole e in modo reiterato, senza che nessuno glielo impedisca e senza che nello Stato, nemmeno al livello più alto, ci siano più gli anticorpi; non ha molte possibilità di futuro. La débâcle di una classe dirigente, di cui Arcuri è fenomeno e epifenomeno, è totale e non dà nessuna speranza.

  9. crucia ha detto:

    Ha fallito sulle terapie intensive.
    Ha fallito sui reagenti.
    Ha fallito sui tamponi.
    Ha fallito sui banchi.
    E sulle rotelle.
    Ha fallito pure sulle mascherine.
    Oggi viene promosso al vaccino
    Evviva.

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