Un’anima e una visione.

di Matteo Renzi. Vorrei ringraziarvi per la pazienza. L’E-News infatti ha superato quota 700. Sono più di settecento volte in vent’anni, ormai, che invio una “email circolare” agli amici con i quali condivido un tratto di strada.
Dal mio computer di Rignano, fino a Palazzo Chigi e al Senato, scrivervi e leggervi è stato per me un arricchimento prezioso, un modo per fare politica ogni giorno.
Anche se con molti di voi spesso discutiamo e non condividiamo tutto. Anzi, proprio questo è il bello. Si fa politica per scambiarsi idee, per crescere insieme, per diventare cittadini migliori.

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A tutti e ciascuno il mio grazie più affettuoso per il percorso fatto insieme.
E – come sempre – il meglio deve ancora venire.

1. Il PNRR di Mario Draghi ha un’anima e una visione. Anima e visione che prima non c’erano. Punto. Questa è la differenza più grande rispetto all’esecutivo precedente e alle polemiche del mese di dicembre 2020. A chi si domanda ancora: “valeva la pena subire tutte le polemiche che abbiamo subito per cambiare premier?”, io rispondo: “non importa leggere i giornali internazionali, basta leggere il PNRR e vi accorgerete da soli perché la risposta è affermativa”. I soldi dei nostri figli sono finalmente in buone mani. Oggi, intorno alle 18.45, intervengo su questo tema in Senato a nome di Italia Viva.

2. La vittoria di Edi Rama alle elezioni albanesi è un fatto di grande rilievo per tutta l’Europa. Ora va garantita a Tirana una reale possibilità di accesso all’Unione Europea. Ricordate il discorso di Edi lo scorso anno durante il Covid? E la diretta Instagram con lui nell’ambito del progetto “Ora d’aria”? Sono felice per Rama e per l’Albania. Dico ai leader europei: attenzione ai Balcani, attenzione ai Balcani, attenzione ai Balcani.

3. I Cinque Stelle che avevamo conosciuto non esistono più. Il che non è necessariamente un male, intendiamoci. Prima il video di Beppe Grillo, con le inevitabili conseguenze su un movimento nato con il VaffaDay e il giustizialismo. Nel mezzo, una lunga litania di scelte discutibili come – resto fermo alle news di oggi – il reddito di cittadinanza ai mafiosi o l’aumento delle spese delle persone nominate a cominciare dalla presidenza dell’Eni. Infine, decisivo, la divisione tra la piattaforma Rousseau e il Movimento, con una vicenda giuridica talmente piena di cavilli da risultare assurda. Quello di cui sono certo è che il caos grillino è solo all’inizio: la prima forza parlamentare di questa legislatura è dilaniata. Con buona pace di quei talk show che, per mesi, ci hanno raccontato che i grillini avrebbero governato decenni. Il populismo è un fiammifero che finisce col bruciarti le dita. Meglio così.

Pensierino della sera dedicato al coprifuoco. Io la penso come Stefano Bonaccini: è OVVIO che vada rivisto il coprifuoco delle 22. Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti: così non ha senso. Dunque, nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l’orario prolungato. Regalare questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore politico di quelle forze di maggioranza che, sognando, immaginano un Papeete2. Pensano, cioè, che – provocandolo sul coprifuoco – Salvini cada nel tranello e reagisca d’impulso, uscendo dalla maggioranza. Ma Salvini non ci pensa neppure, la lezione dell’estate 2019 gli è bastata e avanzata.
Dunque, io ho un modesto suggerimento rivolto a tutti. Evitiamo la guerra degli orari, recuperiamo il buon senso e continuiamo sulla strada delle vaccinazioni e delle riaperture: dove si è vaccinato di più, da Israele agli Stati Uniti, già si è tornati a vivere. E lavoriamo insieme per l’Italia senza polemiche di parte. Che dite? Sono un ingenuo ottimista? matteo@matteorenzi.it. 
 
Un sorriso.

P.S. Mi ha molto colpito la vicenda di Nadia De Munari, una donna italiana uccisa qualche giorno fa in Perù. Aveva 50 anni, era una missionaria vicentina che lavorava a Chimbote, coi volontari dell’Operazione Mato Grosso, una bellissima realtà fondata da Padre Ugo De Censi. Fu proprio il Padre Ugo che avevo conosciuto ai tempi di Firenze ad accogliermi a Lima, in una missione di governo nel 2015. Mentre abbraccio la famiglia e i tanti volontari dell’Operazione Mato Grosso, chiedo al Governo di non lasciare nulla di intentato perché sia fatta giustizia. Il sacrificio di Nadia, il chicco di grano che muore e produce frutto secondo il Vangelo di Giovanni, merita giustizia e un impegno solenne – a tutti i livelli – dello Stato italiano.

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