Una settimana di ordinaria follia.

di Carlo Calenda. Possiamo riflettere un secondo su come sono andati gli ultimi giorni? Possiamo farlo in modo razionale e senza partigianeria?

La Ministra Azzolina ha detto ieri in TV che “servono i tamponi rapidi che ora Arcuri ha comprato, siamo disponibili a scaglionare gli ingressi a scuola e abbiamo chiesto un’organizzazione precisa per quanto riguarda i trasporti”. Insomma sta facendo il piano per il rientro a scuola tre mesi dopo il rientro a scuola.

Di Maio ha scritto che grazie a lui c’è stata una conversione del 300% dei contratti a tempo determinato in indeterminato. Come sia possibile, da un punto di vista matematico, una conversione del 300%, lo sa solo lui.

Meloni
ha difeso Polonia e Ungheria contro “l’Eurosistema”. Sono due paesi che oltre che rubare i posti di lavoro e gli investimenti all’Italia stanno mettendo il veto sul Recovery Fund. La Meloni dovrebbe essere quella patriottica, che difende l’interesse italiano.

Arcuri
 ha detto che le terapie intensive non sono sotto stress, perché si è scordato di calcolare le persone che finiscono in terapia intensiva per ragioni diverse dal Covid. Glielo hanno dovuto ricordare i medici.

Siccome Arcuri si è dimostrato particolarmente capace, il Governo ha deciso di affidargli, oltre alla distribuzione dei vaccini, anche
la gestione dell’ILVA. Arcuri ha annunciato che comprerà la maggioranza per 400 milioni da Mittal. Abbiamo fatto saltare un contratto blindato con il più grande gruppo del mondo, che prevedeva 1,8 miliardi dati allo Stato e ai creditori e 2,4 miliardi di investimenti e ora abbiamo Arcuri acciaierie. Finirà come Alitalia.

Salvini
ha preso una posizione argomentata e pragmatica sull’emergenza sanitaria: “se mi toccano il Natale divento una bestia”.

Intanto il Presidente del Parlamento Europeo
Sassoli ha buttato lì l’idea di cancellare i debiti dei paesi fatti durante il Covid. Non ha ovviamente spiegato come farlo, e successivamente ha in parte ritrattato, ma il danno è stato fatto. È del tutto evidente che mentre siamo in attesa del perfezionamento del Recovery Fund, con i paesi “frugali” che non aspettano altro che una scusa per bloccarlo o limitarlo, questa boutade è tanto inutile quanto pericolosa. Si può e si deve discutere di come gestire i debiti nazionali gonfiati dal Covid; ma non così e non adesso.

Su quanto avvenuto in
Calabria sapete tutto. Tre commissari saltati in tre giorni. Vale però la pena notare, per ciò che concerne lo scaricabarile tra regioni e Stato centrale, che la Calabria è stata gestita direttamente dal Governo e da Arcuri sin dall’inizio della pandemia. Ed è stato un bel disastro. Lo scrivo a beneficio di quelli che dicono “ah se avessimo tutto il SSN gestito direttamente dallo Stato”.

Dobbiamo renderci conto che
non possiamo andare avanti così. È arrivato il momento di chiamare un time out. L’unico a poterlo fare è il Presidente della Repubblica. Personalmente ritengo che sia arrivato il momento di costituire un Governo del Presidente formato da persone che abbiano amministrato, “tecnici di area” come si sarebbe detto una volta, sostenuto da tutte le forze politiche.

Ma ove ciò non fosse possibile occorre
un profondo rimpasto di Governo, il cambiamento di Arcuri e dei Ministri manifestamente inadeguati e un tavolo permanente con tutte le opposizioni e le regioni. Il galleggiamento non è più una possibilità.

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