Una giornata per essere “gentili”.

Oggi 13 novembre si celebra in tutto il mondo la ‘Giornata mondiale della gentilezza’, lanciata attraverso una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Una giornata in cui la parola d’ordine è: “essere gentili”! Un giorno come tanti che però serve a ricordare quanto, ad essere gentili, ci guadagnino tutti, sempre. Addirittura uno studio dell’università cinese di Huazhong sostiene che garbo e buone maniere rendano una persona più attraente. Essere gentili non significa, però, solo essere cortesi con il prossimo, ma implica esserlo con se stessi, con gli animali, l’ambiente e le cose. Esiste anche una sorta di decalogo di cosa comporti il concetto di “Gentilezza”:
“Ascoltare”. Essere pazienti e disponibili con il prossimo permette di mettersi a disposizione e comprendere l’altro e questo alla fine ci rende persone migliori.
“Sorridere”. Salutare, ringraziare ed essere aperti verso il mondo con un bel sorriso sulle labbra è sempre un ottimo biglietto da visita.
“Ragionare”. Essere gentili è anche frutto di un ragionamento. Quando si subisce un torto e si è tentati dal cedere a rabbia e rancore è meglio ragionare a lungo e sostituire alla collera il perdono in modo che l’astio non si impossessi di noi: il torto resterà comunque, ma noi saremo già andati oltre.
“Rispettare”. Il rispetto del prossimo, delle sue peculiarità e persino delle sue debolezze è alla base di una convivenza civile, ma troppo spesso lo si dimentica e si cede a meschine prevaricazioni sull’altro. Sulla rivista americana “The Atlantic” lo psicologo John Gottman identifica la cortesia come uno dei segreti per far durare una coppia e il rispetto dell’altro è alla base della più genuina forma di gentilezza.
“Condividere”. La condivisione è il quinto comandamento della gentilezza. Condividere sì cose, ma anche ‘conoscenze e sapere’ perchè donare e donarsi passa anche attraverso la condivisione della sapienza.
“Non inquinare”. Essere gentili significa mostrare attenzione nei confronti degli altri e di tutto il mondo che ci circonda, dell’ambiente, degli animali. È un’apertura all’esterno, in contrapposizione all’individualismo e all’arroganza che spesso contraddistinguono il nostro tempo. Per questo nei 10 comandamenti della gentilezza non poteva mancare il non inquinare.
“Riutilizzare”. Per essere “gentili” nei confronti dell’ambiente bisogna evitare gli sprechi e provare a riutilizzare i materiali o a riciclarli: pratica che stimola la creatività e fa bene alla natura.
“Cibo a Km zero”. Nutrire lo spirito, ma anche il corpo nel modo giusto ci rende persone migliori. Mangiare cibo a chilometro zero e di stagione fa bene alla salute e protegge l’ambiente oltre ad essere di gran lunga più buono, per questo l’ottavo punto del decalogo della gentilezza è all’insegna del mangiare solo prodotti locali e di stagione.
“Proteggere”. Attenzione e pazienza sono l’alfa e l’omega della gentilezza. Proteggere gli animali, l’ambiente e le persone care è fondamentale per creare un mondo più sereno e consapevole delle vere priorità della vita.
“Vivere con etica”. La sintesi di tutto è espressa infine al punto 10 del decalogo della gentilezza: vivere con etica. Se i primi 9 punti vengono rispettati un giorno dopo l’altro il decimo ne è una naturale conseguenza. Se manteniamo la calma, siamo più lucidi, ci arrabbiamo meno, la serotonina resta alta e viviamo felici. La chiave è quella. Ma talvolta è così vicina al nostro naso che non riusciamo a vederla.

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