“Tutto ma prete mai”, l’ultimo libro di Don Davide Banzato.

di Alberto Sigona. Don Davide Banzato, sacerdote fra i più popolari del nostro Paese, qualche mese fa ha dato alle stampe il suo ultimo libro: “Tutto ma prete mai”. Noi di FreeSkipper Italia l’abbiamo intervistato.

Don Davide, di cosa parla il suo ultimo libro dal titolo intrigante “Tutto ma prete mai”?

Ho iniziato a scrivere questo libro 5 anni fa. Trassi l’ispirazione da una domanda che Chiara Almirante mi pose durante uno dei tanti percorsi di spiritualità presenziati da me: ella mi chiese: << Se tu sapessi di dover morire entro una data certa, quali sono le cose più importanti che vorresti realizzare, quelle improcrastinabili? >>. Io allora stilai una lista e misi in cima ad essa il voler lasciare traccia di quello che Dio aveva compiuto durante l’arco della mia esistenza. Cioè, espressi il desiderio di offrire una nitida testimonianza di vita a chiunque (credenti e non credenti), affinché si potesse comprendere il modo in cui la bontà di Dio può manifestarsi in ciascuno di noi. Così iniziai a scrivere questo libro (che non è una biografia, ci tengo a precisarlo), esponendo a tutti il mio travaglio personale, la mia esperienza sacerdotale che ne sarebbe derivata, mettendomi a nudo, con l’obiettivo di suscitare dei processi interiori fra coloro che avrebbero avuto l’opportunità di leggere le mie parole. In verità non credevo di pubblicarlo già quest’anno, ma la pandemia ha accelerato, diciamo così, le mie intenzioni. Spero che questo libro possa porre delle domande fra le persone, aiutandole a ritrovare se stesse ed a scegliere chi voler essere.

2 Nonostante siano trascorsi quasi duemila anni, molti fedeli continuano a chiedersi: ma perché Gesù si sottopose a cotanta sofferenza? Era proprio necessario farsi crocifiggere per salvare l’umanità? Dio, in quanto tale, non poteva escogitare un altro modo, magari meno cruento?

Domanda legittima. Tuttavia non dovremmo essere noi a giudicare Dio ed il suo operato, noi semmai dobbiamo fidarci senza porci troppe domande. È questo che c’insegna la fede, è questo che c’insegnano i Padri della Chiesa. In proposito vorrei citare una frase di Chiara Almirante: “I misteri di Dio vanno contemplati, più che studiati”. In quest’ottica di contemplazione si entra nel mistero della sofferenza. Io mi fido di Dio e credo che se l’Eterno ha scelto questo modo vuol dire che non poteva fare altrimenti, vuol dire che quella della sofferenza era l’unica via percorribile. Comunque, più che mettermi a riflettere sul perché o se fosse possibile un’altra soluzione, preferisco contemplare questo mistero d’amore che mi chiama a vivere la stessa via del bene, perché Gesù si è fatto via di verità e vita e dunque anch’io cerco di percorrere tale via. Non a caso il Cristo ha detto che anche i discepoli sono chiamati allo stesso destino del Maestro e che dobbiamo imparare ad amare come lui ha amato noi, ed in questo smisurato amore dimora il segreto della gioia e della pienezza, per vivere da uomini prima e da discepoli poi.

3  Cosa vuol dire che “muorendo in croce per poi risorgere ha salvato l’umanità dal peccato”? In sostanza, l’uomo che beneficio ne ha tratto? Cosa è cambiato con il suo sacrificio immane?

Come dice San Paolo, il mistero della croce è scandalo ma anche un ponte che ci permette di salvarci dagli inferi. Col suo sacrificio Gesù s’è fatto carico del dolore di tutta l’umanità, vincendo il peccato e la morte. Così il Cristo ci invita ad affidarci a lui in ogni situazione estrema, senza lasciarci prendere dalla disperazione. C’è sempre la speranza di avere Dio con noi e di poter vincere con lui ogni avversità. Non saremo mai soli.

4  Se la causa di tutti i mali dell’umanità è Sat***, come mai Dio non lo distrugge anziché permettergli di agire indisturbato?

Il tema del male è uno dei temi più grandi e difficili d’affrontare. Sicuramente la Genesi (Bibbia, ndr) tratta l’argomento in maniera allegorica, il che di certo non ne agevola la comprensione, tuttalpiù possiamo intuire quello che successe realmente. Sappiamo comunque che Dio non ha creato la morte, non era contemplata nei suoi disegni. La morte entrò nel Mondo per invidia del Diav***. Lui in principio era un angelo di luce (Lucifero), ma ad un certo punto scelse di ribellarsi a Dio. E proprio per rispettare tale scelta, per quanto avversa alla Creazione, che Dio non interviene. Dio, infatti, non può andare contro la volontà di nessuno, perché sarebbe una scelta contraria all’amore obbligare qualcuno a fare qualcosa, una sorta di violenza che Dio non potrebbe attuare verso nessuno. Dio è amore, e l’amore lascia liberi. Il Dem***fece la sua scelta, ed in quanto creatura sovrannaturale la sua scelta fu per l’eternità. Per fortuna le nostre scelte non sono eterne ma reversibili: finché saremo vivi potremo sempre trasformare un no in un sì, possiamo redimerci in qualsiasi momento della nostra esistenza. In proposito nel mio libro cito le parole di Chiara Almirante che dice che ogni nostro Sì a Dio può aprire un pezzetto di cielo sulla terra ed ogni no può chiuderlo. Col mio libro spero di poter aprire tanti pezzetti di cielo, avvicinando alla fede tante più persone possibili.

Grazie Don Davide per la cortesia e per la disponibilità. La lasciamo ai suoi impegni pastorali che sappiamo essere numerosi.

Grazie a te, Alberto. Spero che questo nostro dialogo possa giovare a tanti.

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *