Troppi dentisti in Italia: 1 ogni 900 abitanti!

Nel Belpaese si è sempre parlato del problema dei “falsi dentisti”, ovvero di coloro che – magari con un semplice diploma di odontotecnico e molto spesso neanche con quello – contravvengono alle normative vigenti “mettendo le mani ed il trapano in bocca ai pazienti”! Ma adesso – considerato che la professione resta sempre molto ambita, in quanto ultimato il percorso di studi viene “ancora” garantito un lavoro certo e gratificante, soprattutto dal punto di vista economico – il problema è un altro! I dentisti, almeno quelli “veri”, cominciano ad essere davvero tanti, troppi! In Italia ci sono ben 59mila odontoiatri: ovvero un dentista ogni 900 abitanti, quando secondo l’Organizzazione mondiale della sanità dovrebbero essere uno ogni 2000 abitanti. Non solo. Molti di questi la laurea se la prendono all’estero, spesso in università che offrono corsi di studi più brevi. E’ questo uno dei problemi evidenziati dal presidente della Commissione albo odontoiatri. Nelle università italiane si formano circa 800 studenti per anno accademico, mentre ogni anno le nuove iscrizioni agli albi sono 1500. Molte università di paesi comunitari stanno formando migliaia di studenti italiani che, nel rientrare nel nostro paese, chiederanno l’iscrizione all’Albo, nonostante nessun esame di abilitazione abbia potuto verificare l’adeguatezza della formazione. In molti di questi paesi la formazione dura 5 e non 6 anni, come in Italia, ed è quindi difforme dalla nostra. Solo all’università in Madrid ci sono 1500 studenti italiani. Inoltre alcuni atenei italiani avrebbero sottoscritto protocolli con università albanesi per corsi di laurea in odontoiatria che accolgono anche nostri connazionali, eludendo la programmazione nazionale. Siamo anche venuti a conoscenza dell’istituzione in Albania di scuole di specializzazione in materie odontoiatriche istituite, sembra, ad hoc proprio per cittadini italiani. L’intervento urgente da fare è sulla certificazione della qualità professionale che dovrebbe essere fatta dagli ordini all’iscrizione agli Albi, mentre oggi l’iscrizione è un riconoscimento successivo all’esame di abilitazione. Tale verifica è del tutto inesistente per i laureati di molti paesi dove esistono corsi di laurea frequentati da cittadini italiani e che non richiedono un esame di abilitazione finale. L’ordine chiede dunque immediati correttivi, tra cui un serio esame di abilitazione.

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