Troika, pareggio di bilancio, austerity e… la sovranità che fu!

di Maria Pia Caporuscio. Una folle campagna mediatica presenta il “pareggio di bilancio” e la politica del rigore come unica via d’uscita dalla crisi. A dettare gli ordini non sono più i governi dei vari Stati ma “l’Europa, ossia la BCE” creando in questo modo un vero, gravissimo problema come la morte della sovranità degli Stati. Così questi governi non più sovrani, con la scusa della necessità, adottano politiche di smantellamento del welfare e la riduzione dei diritti dei cittadini. Per meglio coordinare gli ordini delle banche mondiali, vengono inseriti nei governi dei vari Stati, personaggi solo apparentemente neutrali, meglio conosciuti col nome di “tecnici” che portano avanti strategie coerenti con questa ideologia.

Autorevoli figure tecniche col compito di indicare alle popolazioni come unico problema il deficit di bilancio e portare avanti la propaganda neoliberista. Ad avere interesse ad inserire nei governi queste figure sono i creditori, che potrebbero vedersi ridotti i profitti per prestiti concessi a tassi iniqui, ai vari Stati nazionali. Quel che interessa a questa nuova categoria di usurai, sono solo i problemi di natura economica, senza tener conto che l’economia è intimamente legata al sociale. Un paese drammaticamente impoverito, privo di risorse per via della disoccupazione galoppante e le piccole e medie imprese costrette a chiudere l’attività, non potrà che portare ad avere magazzini pieni e scarso potere di acquisto, da parte di un popolo condannato inesorabilmente alla miseria. In quale modo si possa risanare il bilancio con dei cittadini che non possono comperare le merci, nessuno se lo chiede. Questa follia sta portando la gloriosa Europa a livelli da terzo mondo e senza alcuna possibilità di riduzione del debito che, contrariamente alle aspettative, sale in modo esponenziale. Allora a questo punto ci si chiede dove questi “banchieri” intendono trascinare l’Europa. Se l’Europa è priva di una “politica” ma è solo un vangelo di austerity e di trasferimento di ricchezza dalle classi più basse a quelle più alte, non sarebbe utile tornare al sistema di sovranità nazionale, come abbiamo conosciuto fino a pochi anni or sono? Avremmo di sicuro un percorso che ci porterebbe ad affrontare grossi sacrifici (quelli che ci aspettano non saranno da meno) ma cesserebbe quest’incubo neoliberista. Questo liberismo sfrenato rappresenta un pericolo mortale soprattutto per le future generazioni. Il sistema capitalistico ha sempre avuto per fine l’arricchimento di pochi e lo sfruttamento dei molti, ma la degenerazione a cui questo sistema è arrivato, sta trascinando in un buco nero l’intero pianeta. Si sta piegando al mercato non solo la vita degli esseri umani, ma anche l’eco-sistema. Stanno devastando la natura nella più oscena depredazione delle sue risorse e senza il minimo scrupolo per i danni che ne derivano. Banche mondiali e multinazionali si stanno spartendo il nostro pianeta come fosse cosa loro. Mai nella storia dell’umanità si era arrivati a raggiungere un livello tale di criminalità. Neppure i più feroci assassini avevano nella loro follia sognato la cancellazione della vita sulla Terra. Se ancora è rimasto un minimo di cervello alla classe politica dei vari paesi, si rende necessario spezzare questa gabbia, riappropriarsi della propria sovranità, ristabilire la legalità fin qui negata, costringere le banche a sottostare alle leggi dello Stato e non permettere più che privati cittadini, possano arricchirsi in modo tale, da mettere a rischio la tenuta dello Stato. I cittadini meritano di più, non possono sottostare a governi che perseguono soluzioni di disintegrazione sociale. In mancanza di una risoluzione di questa tragica situazione, saranno i cittadini a pretenderla. La saggezza popolare, oltre alla storia insegna che quando si tira troppo, la fune si spezza!

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