Terremoto del 2016: spesi tre miliardi e mezzo, ma la ricostruzione è ferma.

di Attilio Runello. Ricorrono quattro anni dagli eventi sismici che, dal 24 agosto 2016 al 18 gennaio 2017, hanno interessato le Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
I dati e le interviste riportano che la ricostruzione è al palo.
La protezione civile però a dicembre dello scorso anno ha trasmesso un rapporto a Bruxelles con la relazione conclusiva sull’impiego del contributo di 1.196.797.579 euro del Fondo di Solidarietà dell’Ue (Fsue), concesso nel novembre 2017. L’importo andava speso entro diciotto mesi dall’erogazione e il Dipartimento di protezione civile li ha spesi.

Come sono stati spesi? Riportiamo i dati da un comunicato del Sir, una agenzia di stampa, del 10 dicembre 2019: “Le risorse finanziarie rese disponibili dall’Ue, ad integrazione dei 2.187.081.660 euro messi a disposizione dallo Stato italiano per la gestione emergenziale, sono state impiegate per le attività di assistenza e soccorso alla popolazione, di ripristino dei servizi pubblici essenziali, della messa in sicurezza delle infrastrutture e realizzazione di interventi finalizzati alla riduzione del rischio per la tutela della pubblica e privata incolumità”.

Nello specifico, il contributo del Fsue, così come rendicontato dal Dipartimento della Protezione Civile, è stato ripartito tra i quattro capitoli di spesa eleggibili: “Il 26,45% dell’importo complessivo, pari a 316.552.960 euro, è stato impiegato per il ripristino della funzionalità delle infrastrutture, dei trasporti, della rete stradale, per la riparazione di edifici scolastici danneggiati e per la realizzazione di strutture temporanee. Il 48,66%, pari a 582.361.702 euro, è stato invece destinato al soccorso e all’assistenza alloggiativa: contributi di autonoma sistemazione (Cas), soluzioni abitative di emergenze (Sae), moduli abitativi provvisori rurali emergenziali (Mapre), container a uso abitativo e/o ufficio e residenze alternative negli alberghi. Alla messa in sicurezza delle infrastrutture e del patrimonio culturale è stato invece destinato il 17,46% pari a 208.960.857 euro, mentre alle attività di ripulitura delle zone danneggiate, inclusi gli oneri per la gestione delle macerie, è stato assegnato il 7,43% del Fondo, pari a 88.922.060 euro.“

Riassumendo la Protezione civile ha speso un miliardo e duecento milioni del fondo dell’Unione Europea e due miliardi e centoottantasette milioni messi a disposizione dallo Stato italiano, soltanto per gestire l’emergenza, sistemazioni negli alberghi e realizzazione delle strutture di emergenza oltre che il ripristino della rete stradale, e la ricostruzione deve ancora cominciare.

Dopo quattro anni sono stati spesi tre miliardi e mezzo e la ricostruzione non è iniziata? Ma con questi soldi non si poteva ricostruire?

Si tratta di un’area dove erano stanziate tremila aziende agricole.
I commissari sono stati Vasco Errani – voluto da Renzi, che aveva ricoperto questo ruolo nel terremoto dell’Emilia nel 2012 senza grande successo, Paola De Micheli – politico PD adesso promossa al Ministero delle infrastrutture, Piero Farabollini – esperto geologo – e Giovanni Legnini, politico del PD ed avvocato.

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2 Responses

  1. Carlino ha detto:

    Mummiarella è stato piazzato lì perchè TACESSE e stop. Dopo il precedente RE non si voleva ripetere l’esperimento.

  2. Gilberto ha detto:

    Sull’argomento, il silenzio di Mummiarella è semplicemente “imbarazzante”.

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