‘Sulla mia pelle’. Un film da vedere, rivedere e far vedere ovunque. di Yvan Rettore.

di Yvan Rettore. Stasera io e la mia compagna siamo andati a vedere il film “Sulla mia pelle” che racconta la tragica vicenda di Stefano Cucchi. La sala Boldini di Ferrara dove è stato proiettato era piena come non mai e non si è sentita una mosca volare durante la proiezione salvo diversi pianti del pubblico per via delle non poche scene crude della pellicola. Sì, perché ciò che è accaduto a Cucchi potrebbe accadere a chiunque di noi, ad un figlio, un fratello, un amico… Il ruolo principale interpretato magistralmente da Alessandro Borghi ci mostra benissimo quanto possiamo essere indifesi di fronte all’arroganza del potere incarnato da membri delle forze dell’ordine assolutamente indegne di portare la divisa e che possono essere qualificati solo come criminali. Peccato che però nel nostro paese, la magistratura sia solita usare i guanti di velluto contro gli autori di certi crimini, perché membri di un corpo considerato come una casta di intoccabili. E infatti, non è un caso che a distanza di quasi due lustri, la famiglia Cucchi stia ancora aspettando giustizia. Come tanti, troppi altri morti o torturati da membri di forze dell’ordine che dovrebbero esserne gli indiscussi rappresentanti e in cui si dovrebbe avere fiducia. E’ ancora possibile oggi?

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