Subito dopo le elezioni, assegno più leggero per i pensionati!

di Redazione. Stipendi e pensioni in ‘chiaro’ – non stiamo certo parlando del ‘nero’ che per contro conferisce reddito e pensione di cittadinanza a chi non ha mai versato in vita sua nemmeno un centesimo di contributi all’Inps – segnano ormai il passo da parecchi, troppi, anni!

Praticamente da quando l’Euro ha preso il posto della vecchia e cara Lira – dimezzando stipendi, pensioni e risparmi del ceto medio – i lavoratori e soprattutto i pensionati non hanno mai visto adeguate le loro retribuzioni al caro vita, che per contro ha triplicato i prezzi dei generi, dei beni e dei servizi di comune necessità!

E adesso pure la beffa del cedolino di giugno più leggero per i pensionati. Beffa che naturalmente, per non perdere voti, arriva subito dopo le elezioni europee! La colpa è del recupero (da parte dell’Inps) della minore rivalutazione delle pensioni.
Insomma, non sarà proprio un mese da ricordare perché scatta il conguaglio (in questo caso unico) conseguente al taglio della rivalutazione annuale degli assegni per il 2019 (previsto dall’ultima legge di bilancio) per le pensioni superiori a tre volte il minimo (1.522 euro lordi al mese) e applicato a partire da aprile.

Sul prossimo cedolino, quindi, viene recuperata la differenza relativa ai tre mesi precedenti, gennaio-marzo 2019. 

Sempre a giugno parte pure il taglio sulle pensioni d’oro (previsto sempre dalla legge di bilancio) per i trattamenti pensionistici superiori a 100 mila euro lordi annui a decorrere dal primo gennaio 2019 e per cinque anni. Trattamenti che vengono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi.

Cinque le fasce:
la riduzione parte dal 15% per la quota di importo da 100 mila a 130 mila euro;
sarà il 25% per la quota da 130 mila a 200 mila euro;
il 30% da 200 mila a 350 mila euro;
il 35% da 350 mila a 500 mila euro;
fino ad arrivare al 40% oltre i 500 mila euro.

Il via a questi tagli sarà accompagnato dal conguaglio per il periodo gennaio-maggio, che sarà fatto in tre rate: la prima a giugno, appunto, la seconda a luglio e la terza ad agosto.

Dalla manovra, il Governo attende un risparmio di 76 milioni di euro nel 2019, 80 milioni nel 2020 e 83 milioni nel 2021.

Insomma, buste paga e pensioni sono il bancomat di tutti i governi!

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