Statali, aumenti solo a chi passa da 36 a 40 ore di lavoro settimanali!

L’Italia è rimasta in dietro di parecchi lustri. Sì, gli italiani girano tutti con lo sguardo perso nell’iPhone, persino quando sono alla guida dell’auto, ma fondamentalmente tutti noi viviamo in una Nazione vecchia. Vecchia non solo perché gli italiani, causa la crisi economica e la mancanza di welfare, non fanno più figli, ma anche e soprattutto per colpa di un Sistema antidiluviano, farraginoso, obsoleto, contorto e che sa tanto di muffa! La dimostrazione è la querelle del rinnovo del contratto del pubblico impiego:
lavoratori pagati quattro soldi – con le dovute eccezioni dei privilegiati di Camera, Senato, Quirinale e stipendi d’oro discorrendo – dai quali in tempi di carestia si pretende “il miracolo” di essere efficaci ed efficienti, quando di miracoli neppure i santi vogliono sentir parlare! Notizia dell’ultima ora è che a fronte di un aumento stipendiale, sempre da quattro soldi, si paventa un aumento dell’orario di lavoro, portandolo da 36 a 40 ore settimanali! Uno Stato che privilegia la quantità alla qualità delle prestazioni lavorative dei propri dipendenti, che li discrimina con stipendi d’oro e stipendi da fame, che li trattiene sul posto di lavoro fino a settant’anni invece di impiegare nuove e più giovani energie, è uno Stato destinato a sopperire! Soprattutto in una società digitalizzata – dove i tempi e le risorse umane impiegate per evadere una pratica si sono drasticamente ridotti – occorrerebbe, invece, far lavorare meno per far lavorare tutti!

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