Smart Working e Covid-19. Sempre addosso agli Statali!

di un impiegato statale. Ieri sera su Rete 4 ho assistito, senza diritto di replica, al massacro della mia categoria – quella a cui io stesso appartengo, il pubblico impiego – accusata da tutti i presenti in studio del solito luogo comune: il “fancazzismo”.

A dire dei soliti tromboni & professoroni – che presidiano a turni di 24 ore su 24 i talk show televisivi – noi Statali saremo tutti dei fannulloni, alimentando purtroppo un vecchio vizio che vuole da sempre fare di tutta l’erba un fascio.

Eppure chi ci invidia così tanto, chi ci odia e ci detesta a tal punto perchè ci reputa una categoria di “privilegiati” e di “garantiti”, in quanto a loro dire noi Statali continuiamo, nonostante l’emergenza coronavirus, a percepire lo stipendio (uno stipendio… da fame, ma questo nessuno lo dice!!!), perchè non lascia il suo attuale lavoro – spesso e volentieri senza scontrini e ricevute fiscali con guadagni dieci, cento volte superiori alla nostra busta paga – e non studia per vincere un pubblico concorso?

Ma la mia indignazione è tracimata dal vaso della pazienza e della sopportazione, allorquando si è puntato l’indice contro lo “smart working”, come se lavorare da casa fosse stata una “libera scelta” di ogni singolo impiegato e non un’imposizione dall’alto.

E nessuno che ha denunciato il prezzo che i dipendenti pubblici stanno pagando sulla propria pelle, ormai da più di cinque mesi di “lavoro agile” senza percepire “buoni pasto” e “lavoro straordinario” e per di più avendo dovuto garantire la continuità del servizio pubblico senza i necessari strumenti e con tutta una serie di difficoltà operative che quei “tromboni” neppure s’immaginano.

Perchè nessuno parla delle spese che ogni pubblico dipendente ha dovuto sostenere di tasca propria per l’acquisto di un collegamento internet e di un personal computer, di una stampante, dello scanner? Perchè nessuno denuncia il fatto che ogni impiegato ha perso, almeno fino ad oggi, cinque mesi di abbonamento al trasporto pubblico!

Nessuno dei presenti alla trasmissione si è chiesto il perchè di tutto ciò, di chi è la responsabilità e soprattutto dove sono andati a finire tutti quei milioni di euro risparmiati dalla Pubblica Amministrazione a fronte della mancata corresponsione di lavoro straordinario e buoni pasto?

In Italia il pesce puzza sempre dalla testa, ma poi l’indice accusatorio viene puntato sull’ultima ruota del carro: il dipendente pubblico!

Ma non finisce mica qui.

Adesso che tutto sta tornando alla normalità, che tutto è stato “riaperto” e che persino le scuole il 14 settembre ripartiranno regolarmente, sono straconvinto che lo Stato continuerà a tenere a casa i suoi impiegati sine die, con un risparmio per le casse pubbliche – in termini di spesa per ogni pubblico dipendente – di cui nessuno chiede conto alla Pubblica Amministrazione e di cui nessuno si domanda: ma dove sono andati a finire tutti quei soldi?
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IL COMMENTO. di Elena S. Accanirsi contro gli Statali è come sparare sulla Croce Rossa! Come se tutti i mali della P.A. fossero responsabilità dei semplici impiegati a 1200 euro al mese e non dei dirigenti che entrano in Ufficio alle 10 passate del mattino e poi se ne vanno quando gli pare e piace con l’auto blu, tanto il lavoro poi lo fanno i loro impiegati.

E poi non è colpa del semplice impiegato a 1200 euro al mese se il suo lavoro è quello di “censire i piccioni” oppure quello di “grattarsi la testa”, perchè questo lavoro gli è stato assegnato dal suo dirigente che grazie a questo “lavoro” si autocertifica il raggiungimento degli obiettivi e prende un premio annuo con parecchi zeri, quando, invece, all’impiegato costretto a “grattarsi” finiscono solo le briciole, sempre ammesso e non concesso che il suo dirigente gli compili una “buona” pagella!

E allora finiamola di prendercela sempre con i più deboli, prima gli immigrati, adesso i dipendenti pubblici, domani chissà chi altri ancora!

Ma le vere e gravi responsabilità di un Sistema che fa acqua da tutte le parti, stanno sempre più in alto, in chi comanda e in chi dirige. La verità è che questo Sistema Italia fa comodo a troppi, sia nel pubblico che nel privato che ci mangia sopra! Che schifo!

IL COMMENTO. di Annamaria Furlan, segretario generale Cisl. Sono inaccettabili ed assolutamente pretestuosi gli attacchi che lunedì sera nel corso della trasmissione “Stasera Italia“ sono stati rivolti da Carlo Cottarelli e dal giornalista Federico Rampini nei confronti dei lavoratori pubblici in smart working durante la pandemia.

La stragrande maggioranza dei lavoratori pubblici ha svolto il proprio lavoro durante i mesi più duri e drammatici della pandemia in maniera seria e responsabile.

E non ci riferiamo solo al comportamento prezioso ed eroico di tutti i lavoratori della sanità pubblica, ma anche a quelli degli enti come l’Inps, dei ministeri, della scuola, delle regioni, degli enti locali, dei vigili del fuoco e di tutti i corpi dello stato che spesso utilizzando propri mezzi telematici, hanno assicurato servizi indispensabili ai cittadini.

Non fa onore a Cottarelli ed a un giornalista come Rampini fare ricorso alla demagogia ed a vecchi luoghi comuni, come quello dei fannulloni, per attaccare milioni di dipendenti pubblici.

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2 Responses

  1. Vanya Marabitti ha detto:

    Ogni santa sera.
    Ogni santa sera.
    ………………………….
    In qualche TV alcuni politicanti che blaterano.
    Nella I° Repubblica non vedevi tanti palloni gonfiati in TV e le cose andavano meglio.
    Il narcisismo che in alcuni casi è patologico, trasuda da questa facce di bronzo che noi manteniamo per danneggiarci.

  2. Elena S. ha detto:

    Accanirsi contro gli Statali è come sparare sulla Croce Rossa!
    Come se tutti i mali della P.A. fossero responsabilità dei semplici impiegati a 1200 euro al mese e non dei dirigenti che entrano alle 10 passato del mattino e poi se ne vanno quando gli pare e piace, tanto il lavoro poi lo fanno i loro impiegati.
    E poi non è colpa del semplice impiegato se il suo lavoro è quello di “censire i piccioni” oppure quello di “grattarsi i testicoli”, perchè questo lavoro gli è stato assegnato dal suo dirigente che per quel suo “lavoro” si autocertifica il raggiungimento degli obiettivi e prende un premio annuo con parecchi zer.
    All’impiegato costertto a “grattarsi” finiscono solo le briciole, sempre ammesso e non concesso che il suo dirigente gli compili una “buona” pagella!
    E’ uno schifo!

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