Sinistre italiane: c’è chi si fonde, chi si fonda, chi si rifonda, ma qualcuno… affonda?

di Enzo Sanna. Il titolo dell’articolo può apparire impietoso, ma a leggere le cronache di questi giorni sembra persino benevolo. Sia chiaro, nell’affrontare il tema delle “sinistre” si deve ritenere escluso a priori il PD renziano collocatosi fin dal concepimento nell’alveo del centro-destra, checché ne pensino i pochi reduci del PCI rimasti tra i ranghi, o quanto vada sostenendo la propaganda “di regime”. I movimenti a sinistra somigliano tanto, di questi tempi, al magma in libera uscita dalla bocca di un vulcano in eruzione.
Ogni colata cerca la propria strada e, di tanto in tanto, una eruzione lancia lapilli per ogni dove. Ecco allora il duo veterano-burocratico di Bersani e D’Alema che si attiva per “produrre unità” con Sinistra italiana e Possibile escludendo, ora sì ora no, un accordo elettorale col PD. Il povero Fassino, incaricato da Renzi di sondare il campo, ondeggia a seconda dell’intensità e della circolazione del “vento” quotidiano. Appaiono, a proposito, i conti farlocchi di Renzi per il quale il PD un giorno, in beata solitudine, si sarebbe potuto accreditare al 40% (ancora quel 40%!), poi, dopo l’accordo elettorale con radicali e centro destra, parla di un probabile 30%. Qualcuno potrebbe far notare che se il PD “alleato” perde dieci punti percentuali, forse qualcosa nel ragionamento di Renzi fa acqua? Per giunta, dovrebbe spiegarci i motivi per i quali vengono conferite al partito radicale proprietà taumaturgiche tali da far superare alla “coalizione” i voti del M5S. Loro, i radicali, che hanno più lettere nell’intestazione di partito che elettori alle urne! Le colate di magma proseguono. Ecco, allora, persino Antonio Ingroia risorgere dall’oblio archiviando il suo movimento Rivoluzione Civile per “rifondarsi” fondendosi (si voglia scusare la cacofonia) con quel Giulietto Chiesa già “fondatore” dell’associazione politica Alternativa. Ne vien fuori La mossa del cavallo (ossequiamo riverenti la fantasia italiana!). Costoro, i promotori, si dichiarano oggi “non comunisti” e “non di sinistra”, anzi, per la precisione, “né di destra né di sinistra”. Dunque, fino ad ora hanno imbrogliato? Oppure si sono ricreduti? Un tempo si sarebbe usato il termine infangante di “revisionisti” che poi, per un fan dell’ex dirigente del KGB sovietico Vladimir Putin, quale è Giulietto Chiesa, ci può pure stare. Ingroia, entrato nella parte, esplicita il suo pensiero: “La sinistra riformista e radicale ha già perso”. Ma non lo sosteneva già Berlusconi?. Ecco allora i due stallieri Ingroia e Chiesa impegnarsi a ferrare gli zoccoli del “cavallo” e invogliarlo a compiere “La mossa” (nessun riferimento alla mossa di Ninì Tirabusciò, per carità). I grillini inizino a preoccuparsi. Il loro slogan “né di destra né di sinistra” ha trovato comprimari. Forse è il caso di riproporre a costoro l’intervista di Ezio Mauro condotta da Chiara Berlinguer circa, appunto, il superamento del concetto di destra e sinistra. Ebbene, il giornalista ha così sintetizzato il proprio cristallino parere: “Chi sostiene che non esistono più la destra e la sinistra è di destra, punto e basta”. Bravo! Grillini, renziani e compagnia cantando sono serviti, ridotti in brache, denudati. Forse Anna Falcone e Tomaso Montanari hanno individuato al “Brancaccio” la chiave di volta perché la sinistra divenga finalmente protagonista offrendo alla gente (evitiamo di usare il termine popolo) una prospettiva di società giusta, equanime, democratica, plurale, umanitaria. Ok, dai, sognare non fa male… aspettando le prossime eruzioni.

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