di Redazione. Tò, chi si rivede… il Sindacato! Quello che non ha mosso un dito sull’abrogazione dell’Articolo 18, quello che per anni si è seduto ai tavoli per sottoscrivere con i vari governi di turno rinnovi contrattuali che hanno relegato le retribuzioni degli italiani a fanalino di coda di tutta l’eurozona, quello che ha fatto orecchio da mercante quando ci fu il passaggio dalla Lira all’Euro e dal Retributivo al Contributivo, quello di zero-manifestazioni sulla disoccupazione giovanile e la delocalizzazione delle nostre imprese, quello che ‘sembra’ stare più dalla parte del padrone che da quella dei lavoratori. Insomma, ‘quel sindacato’, adesso dice che così come sono Quota100 e Reddito di Cittadinanza non vanno bene.
Quota 100 “è un ulteriore passo verso la reintroduzione di una flessibilità di accesso alla pensione ma non sarà in grado di rispondere in modo omogeneo alle esigenze espresse da molte lavoratrici e lavoratori”. E’ quanto affermano Cgil, Cisl e Uil nel corso di un’audizione in Senato sul cosiddetto ‘decretone’, sottolineando che “debba essere operato, invece, un intervento organico e strutturale, basato sulla flessibilità in uscita a partire dai 62anni di età, e, nel sistema contributivo, il superamento degli attuali vincoli che rendono molto difficile l’accesso al pensionamento poiché condizionano il diritto alla pensione al raggiungimento di determinati importi soglia dell’assegno (1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale).Riteniamo pertanto necessario – dicono i sindacati – aprire un confronto, che coinvolga le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei pensionati, con l’obiettivo di definire una riforma organica del sistema previdenziale con l’obiettivo di realizzare un assetto stabile e sostenibile nel tempo, non solo da un punto di vista economico ma anche sociale”.
simply_publisher = 49769; simply_domain = 103825; simply_space = 222888; simply_ad_height = 60; simply_ad_width = 468; simply_callback = ‘https://www.freeskipper.it’; var cb = Math.round(new Date().getTime()); document.write(”); Reddito di Cittadinanza “rischia di innescare una vera e propria guerra tra poveri”. E’ l’allarme lanciato da Cgil, Cisl e Uil. I sindacati denunciano “la concorrenza” che rischia di crearsi tra nuovi e vecchi precari dell’Anpal (cioè tra i navigator e i lavoratori storici), ma anche “l’effetto spiazzamento” degli utenti dei centri per l’impiego non beneficiari del reddito che potrebbero passare in secondo piano. I sindacati ritengono inoltre “molto grave” la sospensione per tre anni dell’assegno di ricollocazione per i disoccupati ordinari. In generale, a loro giudizio, il reddito di cittadinanza ha un carattere “ibrido” perché “coniuga in modo improprio la povertà come criterio di accesso e le politiche attive come interventi previsti”.
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