Sfogliatelle, babà, pizze e panuozzi… a Napoli vietato consumare cibi all’aperto.

di Antonello Laiso. In Campania la recente stretta di rigore per Covid che incombe anche su questo Natale, è di non consumare cibi o bevande  da asporto  per la strada, è una mazzata di non poca portata  a quel turismo che pur  oggi esiste e resiste nella nostra Regione, che brulica sapientemente  con quei depliant tra le mani tra quei musei, tra quelle strade del centro storico, che vive e fa vivere in quella città piena di vita di colori ed odori.

Li dove quel mare si mescola col cielo e tutto diventa poesia, maestria di una regista che resta  solo la natura.
In quella città che tanti artisti  professionisti e uomini di spettacolo ha creato, forgiato e dato quel  successo con quel suo  humus, popolarità  poi diventata importante  e internazionale per una rigogliosa crescita sia  interiore e sia  nella vita.Itinerario goloso tra i Dolci di Napoli - Sfogliatelle, Struffoli, Pastiere, Babbà

pizza a portafoglio - Foto di Di Matteo, Napoli - TripadvisorLa sfogliatella, il babà i dolci caretteristici napoletani, la pizza a portafoglio, come i panuozzi di Gragnano e tanto altro inclusi quegli aperitivi serali chiamati spritz consumati all aperto son diventati improvvisamente banditi da quel clima festaiolo di sempre della movida ed in particolar modo sotto queste feste nelle quali quel flusso turistico è giocoforza trainante un economia da riprendere sperata  per molti ristoratori.
Pizzaioli, pasticcieri, e altri che hanno sperato nelle loro  “vetrine” per il compra e mangia fuori, in particolare per la famosa pizza a portafoglio cui da non giovane napoletano ho ancora ricordo nonostante le tantissime mangiate sin dall’ adolescenza ho ancora quel piacere a degustarla quando posso fermandomi a pochi metri come tanti da quelle vetrine incantatrici.

Sono, siamo  zingari? ma il piacere di mangiare una pizza a portafoglio magari che ti scotta un po’ il palato perché fumante? Vuoi mettere….

Ma questo è normale in tutta la nostra penisola ed in particolare in quelle regioni che producono specialità gastronomiche  sweet da comprare da gustare per strada ,che dire  allora dalla  Sicilia per i dolci ,alla ciaccino per la Toscana ,ai rustici al formaggio per il Molise, e tante altre .

Non si può tra l’altro, quando già ci sono quelle fisiologiche file a quelle bontà napoletane consumare all interno di quei locali spesso non grandi e finalizzati solo alla vendita ab consumo immediato  fuori da quelle mura o asporto. Una fila per prendere e pagare nel locale o fuori non permette una degustazione in loco ,ed anche se fosse possibile, per  l’assembramento sarebbe ancora più grave e gioco forza impossibile.Cinque cose che non sai su... la Sfogliatella — La ricerca del gusto

Evitare l’assembramento è cosa sana e giusta ma come asserito su Rai uno anche dal  prof Bassetti sembra una tale misura sia di estremo rigore, detto da uno scienziato che ha come metro di paragone quel rigore, una misura che in particolar modo è una iattura per chi sperava di riprendersi un po’ da quelle chiusure forzate di zona rossa di circa un anno fa.

Vogliamo sperare che la maestria napoletana di quell’arte  di arrangiarsi si mescoli con  e tra quei turisti, e si trovino quelle soluzioni per gustare un qualcosa di unico, un qualcosa che si era  già prefissato da assaporare, magari  non su quel lungomare, nel centro storico, o quella collina di Posillipo ma mi auguro neanche non di nascosto magari sotto un androne di un palazzo come avrebbe fatto Totò.

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1 Response

  1. Silvia ha detto:

    Hai centrato il problema Antonello

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