Sette italiani su dieci ignorano la Legge che riconosce il diritto a non ‘soffrire inutilmente’. 

di Redazione. In Italia si soffre ancora troppo di “dolore cronico” nonostante sia in vigore una legge che facilita l’accesso ai farmaci per alleviare il dolore e la piena disponibilità di terapie efficaci. La Legge è la n.38 del 2010 riconosce il dolore cronico come una patologia che necessita di una propria specifica rete di assistenza e cura, a cui i cittadini hanno diritto di poter accedere. La legge garantisce l’accesso di ogni paziente, a prescindere dall’età o dalla patologia, a terapie contro il dolore.

Insomma, una legge all’avanguardia che poneva l’Italia all’avanguardia in Europa dal punto di vista normativo, ma della quale gran parte dei cittadini (la stima ufficiale è di circa 7 su 10) non è a conoscenza di questo provvedimento, che non trova ancora piena attuazione. Infatti, ancora oggi, nel nostro Paese, non sono garantiti a tutti i cittadini i farmaci necessari e molti italiani non sanno neanche che una legge riconosce il diritto a non ‘soffrire inutilmente’. 

E così, a più di dieci anni dalla sua approvazione, il 72,1% dei cittadini non conosce la Legge 384 e il 40% delle persone non è a conoscenza delle cure attuabili, anche se quasi il 90% delle sindromi dolorose sono trattabili.

Mal di schiena, dolore muscolo scheletrico e dolore provocato da patologie croniche. Sono queste le principali condizioni associate al dolore cronico, che colpisce il 21,7% dell’intera popolazione italiana e che ha conseguenze invalidanti dal punto di vista fisico, psichico e socio relazionale. Del dolore cronico e delle azioni ancora necessarie affinché in Italia venga riconosciuto e trattato in maniera adeguata ed equa si è parlato durante l’evento di presentazione alle Istituzioni del “Manifesto sul dolore. Le proposte per una migliore gestione dei pazienti con dolore cronico”, iniziativa organizzata e promossa da Sandoz con il coinvolgimento delle Società scientifiche e delle Associazioni dei Pazienti.

Fonte: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=92615

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