Sempre addosso ai ‘soliti fessi’. I pensionati perdono in 4 anni 1.800 euro a testa!

C’è chi predica di reddito di cittadinanza e pensione sociale minima di 1.000 euro al mese premiando chi non lavora o chi lavora in “nero” senza aver mai versato un centesimo di contributi previdenziali nella casse dell’Inps e penalizzando chi, invece, ha lavorato in “chiaro” e viene collocato a riposo a 70 anni e con quattro soldi di pensione. Insomma, prosegue la politica del “sempre addosso ai soliti fessi”! Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi quattro anni su 5,5 milioni di pensionati. Lo denuncia il sindacato pensionati della Cgil secondo cui, con il blocco della rivalutazione degli assegni, sono stati sottratti ai pensionati 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media pro-capite di 1.779 euro. Nel biennio 2012-2013, spiega il sindacato in uno studio presentato, l’adeguamento delle pensioni è stato
bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.400 euro lordi. Nel biennio 2014-2015 invece l’adeguamento è stato sull’intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo, mentre è diminuito per le altre categorie d’importo dallo 0,95% fino allo 0,40%. Si tratta, prosegue lo studio, di uno scenario destinato a peggiorare se, come stabilito dagli obiettivi della Bce, il tasso di inflazione dovesse tornare sopra il 2%. Secondo gli attuali meccanismi di calcolo della rivalutazione, infatti, ai pensionati sarebbero sottratti ulteriori 3,6 miliardi di euro.

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