Seconde case: costretti dal fisco a vendere o affittare!

Il governo batte cassa. I denari per mantenere in piedi il Sistema Italia non sono sufficienti e la promessa elettorale di togliere l’imposta sull’abitazione principale degli italiani rischia quantomeno di essere rivista e corretta. E così si scatena il toto Imu.
Dall’abolizione totale dell’Imu sulla prima casa, per un costo di 4 miliardi, all’introduzione di una tassa sui servizi a parità di gettito per lo Stato, che dunque non ridurrebbe il prelievo complessivo per i cittadini ma sposterebbe una parte del carico sugli inquilini.
Passando per tutte le ipotesi di riduzione dell’imposta, in corrispondenza di parametri quali il reddito, l’Isee, la rendita catastale e i metri quadri, per finire all’ipotesi di una super tassa sulle case sfitte!
Per i proprietari di seconde case si profila quello che in regime comunista si potrebbe definire come un esproprio coatto di proprietà privata! Infatti, se le voci che circolano in questi giorni sulla riforma dell’Imu fossero vere, sarebbe meglio cominciare a pensare di mettere sul mercato le seconde case tenute sfitte.
Sembra che il governo abbia trovato la soluzione che consentirebbe di sopperire all’eliminazione dell’imposta sulla prima abitazione: il conto lo pagherebbero le seconde abitazioni sfitte, con una vera e propria stangata dalle terze case in su! Il ragionamento sarebbe questo: le seconde abitazioni locate producono reddito, sopperiscono al bisogno abitativo e, attraverso la cedolare secca o l’Irpef, contribuiscono ulteriormente a rimpinguare le casse dello Stato.
Insomma, le seconde case sfitte, nonostante le massime aliquote Imu imposte dai comuni, sarebbero un lusso da perseguire fiscalmente, tanto da costringere i proprietari a venderle o ad affittarle! Presto comunque sapremo come andrà a finire la vicenda Imu.
In questi mesi le ipotesi si sono sprecate, ma è comunque inevitabile un riordino complessivo del tributo. Il cambio di nome – da Imu a Ics – sembra scontato, così come la probabile inclusione della tassa rifiuti. In questo modo si creerebbe una service tax con patrimoniale immobiliare inclusa, che avrebbe i seguenti scaglioni:
1) prime abitazioni: probabile esenzione per l’80% delle famiglie, attraverso l’introduzione di nuove franchigie o l’eliminazione tout court;
2) seconde abitazioni locate: aliquote simili a quelle attuali;
3) seconde abitazioni sfitte: stangata;
4) dalla terza in poi: …so cavoli amari!

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