Se potessi avere… quegli “80 euro” in più al mese!

“I comici milionari dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1.200 euro al mese non lo direbbero”.
Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, che usa Twitter come fanno i pischelli per cazzeggiare tra di loro, così replica alle critiche di Beppe Grillo al decreto Irpef, aprendo una sfida che suona più come uno slogan elettorale che come una difesa dei reali bisogni della gente e che certo non saranno quegli 80 euro a risolvere! 
Insomma, siamo in piena campagna elettorale e in gioco non ci sono soltanto quei quattro insignificanti scranni da assegnare a Bruxelles, rifugio per i trombati alle ultime elezioni nostrane, ma soprattutto la legittimazione di un premier non eletto dai cittadini, ma nominato! 
Fatto sta che le famose coperture, ovvero quegli “80 euro” da mettere in busta paga solo a chi percepisce meno di 1.500 euro al mese, ancora non ci sono. 
Infatti quei soldi sono stati soltanto individuati dal governo nei risparmi di gestione che dovrebbero essere attuati dallo Stato centrale e dagli enti locali, andando a tagliare o ad aumentare i costi di quei servizi fruiti dagli stessi lavoratori che beneficerebbero del bonus in busta paga! 
Un amo al quale si apprestano ad abboccare nel segreto dell’urna elettorale milioni di italiani. Tutti gli altri, pensionati, incapienti sotto gli 8.000 euro annui di reddito e coloro che sforano il tetto dei 1.500 euro al mese, magari per un solo euro, dovranno continuare a campare senza l’obolo renziano. Meglio così, che essere presi in giro da un’elemosina che ancora non sanno neppure dove e come andare a prendere!
80 euro al mese di aumento sono una beffa e non servono certo a colmare il gap con gli stipendi dei lavoratori del resto d’Europa dove un operaio percepisce uno stipendio netto di 2.500 euro al mese, e dalla quale Unione Europea il governo italiano sa prendere, a parte gli ordini, solo il peggio del peggio: tasse, tasse, sempre e soltanto tasse che cadono come macigni sui “soliti noti”! 
Se il premier provasse per davvero a vivere con 1.200 euro e avesse un briciolo di umiltà, capirebbe che con quegli 80 euro a malapena riuscirebbe a fare la spesa di un giorno. Ma al discount, naturalmente!

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