Scriviamo di più ma leggiamo poco (e male).

di Francesco Alberoni. Alcuni dicono che la gente non legge più. Nulla di più falso. Oggi si legge e si scrive moltissimo. Quando vedete uno che armeggia sul cellulare di solito non sta telefonando ma risponde ad un messaggio ricevuto su whatsapp.

Quello che oggi non si fa quasi più è leggere un romanzo o un testo di saggistica.

Molti fanno fatica anche a leggere un articolo un po’ lungo. Spesso ci accontentiamo del titolo, del sottotitolo e delle prime righe. Il processo è ancora più accelerato nel web, dove infatti il testo viene continuamente interrotto da notizie, immagini o pubblicità.

La mia impressione è che lo stesso processo di accorciamento temporale si produca in altri campi.
Nella musica l’opera lirica e il concerto sono stati sostituiti da pezzi musicali e discontinui.
Al cinema non si fanno quasi più film lunghi ed impegnativi che assorbono profondamente la tua attenzione e il tuo cuore, come avveniva coi grandi film del passato. Forse questo tipo di cinema è storicamente finito, come quando il romanico è stato sostituito dal gotico, poi dal Rinascimento o quando è finito il melodramma. I film che duravano a lungo oggi vengono sempre più sostituiti dalle serie, dove il racconto è spezzato in brevi puntate successive che puoi vedere isolatamente oppure una di seguito all’altra.
Si riduce perfino la telefonata a favore del messaggio, più rapido anzi immediato, ma vuoto di contenuti intellettuale ed emotivi. A volte basta un ok, una faccina. Simboli, non parole. Quando ritorna la telefonata lunga? Quando devi comunicare qualcosa di molto emozionante come l’amore o condividere una esperienza intensa. Lo scritto ricompare in tutta la sua imponenza e rigore. Nel mondo della legge, dell’interesse economico e del potere.

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1 Response

  1. Giacomo-TO ha detto:

    Il digitale è importante, quello che però è importante è di non farne una divinità.
    Leggere un testo, metabolizzarlo, esplorarlo cercando di capire fra le righe, richiede allenamento e tempo. Leggere con attenzione è un’arte che si sta perdendo.

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