Scoperto farmaco che riduce del 90% la diffusione del melanoma.

Neo. A volte un vezzo, un segno della bellezza, ma in altre circostanze, quando degenera in melanoma, un tremendo nemico per la nostra vita. Comunque, la ricerca scientifica fa passi da gigante e un team di scienziati della Michigan State University ha annunciato di aver scoperto un nuovo e potente farmaco in grado di ridurre fino al 90% la diffusione delle cellule del melanoma.
Questo specifico tumore, spiega il responsabile dello studio, il dottor Richard Neubig, professore di farmacologia – possono “inviare piccole vescicole che contengono molecole di microRNA. Molecole che, come ormai è noto da tempo, hanno a loro volta la capacità di modificare l’espressione di alcuni geni, alterando quindi il funzionamento delle cellule. Arrivati nel derma, i microRNA inducono cambiamenti morfologici nel tessuto, preparandolo a ricevere e trasportare le cellule tumorali”. La diffusione della malattia viene causata proprio dall’attività di questi geni. I ricercatori sono riusciti però a fermare questo processo, rallentando, in maniera importante, la diffusione della malattia. Ad oggi sono pochissimi i farmaci disponibili sul mercato in grado di ottenere risultati simili. “E’ stata una sfida sviluppare piccole molecole in grado di bloccare l’attività dei geni che funziona come un meccanismo di segnalazione noto per essere importante nella progressione del melanoma – ha commentato Neubig -. Il nostro composto chimico è in realtà lo stesso che abbiamo individuato per trattare la sclerodermia e ora abbiamo scoperto che funziona in modo efficace anche su questo tipo di cancro”. E comunque, secondo Neubig, se la malattia è diagnosticata in tempo, la probabilità di morte è solo del 2 per cento, mentre se è diagnosticata in ritardo, questa cifra sale all’ 84 per cento. “La maggior parte delle persone non muoiono a causa del melanoma, ma a causa della sua diffusione”, ha detto il ricercatore. “I nostri composti possono bloccare la migrazione del cancro e potenzialmente aumentare la sopravvivenza del paziente”.

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