Tagliare gli stipendi dei parlamentari, ma pure gli stipendi d’oro dei dipendenti di Camera e Senato!

Oggi alla Camera va in onda la ‘farsa’ della votazione sulla legge proposta dai grillini per mettere il tetto di 5.000 euro agli stipendi dei parlamentari, che attualmente guadagnano tre volte tanto. Tutto tempo perso! Infatti, chi è che in Italia è disposto a tagliarsi lo stipendio, alzi la mano. Ovvio che gli onorevoli non abbiano alcuna intenzione di rinunciare neppure ad un centesimo della loro diaria e che quindi questa legge non abbia alcuna possibilità di essere approvata. Il Pd di Renzi ha però un grosso problema:
come si fa a dire agli italiani di votare “Sì” al referendum del 4 dicembre che promette di tagliare i costi della politica e poi a bocciare una legge che i costi li taglia davvero con un’alzata di mano senza mettere in piedi tutto il carrozzone di una consultazione popolare?Volete riformare il Paese e ridurre i costi della politica? Bene, allora approvate oggi stesso la proposta di legge dei grillini. E magari domani votate in Parlamento anche una legge che metta i dipendenti dello Stato tutti sullo stesso piano, senza distinguo salariale tra Lavoratori di serie A e di serie B, per redistribuire in maniera equa le risorse pubbliche destinate alle loro retribuzione: ‘togliere’ a chi nella Pubblica Amministrazione ancora gode, senza giusta causa, dei famigerati “stipendi d’oro” (dipendenti di Camera, Senato, Quirinale, CSM, Cassazione, Segreterie più o meno particolari dei Ministeri, Regioni a Statuto Speciale, ecc, ecc,) per ‘dare’ a coloro che invece stanno da sempre alla canna del gas con stipendi da fame, al fine di ristabilire un giusto equilibrio tra tutti i lavoratori dello Stato. Facile, facile. Semplice, semplice. Basta volerlo. Il fatto è che ‘loro’ non vogliono!

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1 Response

  1. BuonaNuova ha detto:

    La Camera ha approvato la proposta di legge costituzionale che taglia il numero di senatori e deputati. I sì sono stati 310 (M5s, Lega, Fi e Fdi), i no 107 (Pd, Leu, +Europa, Civica Popolare), gli astenuti 5 (NcI).

    Visto che l’Aula di Montecitorio ha confermato il testo licenziato dal Senato, si tratta della prima delle due letture conformi previste dalla costituzione per le modifiche della Carta. La seconda può solo approvare o bocciare il testo senza possibilità di modifiche.

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