Sardine sott’odio. di Matteo Carnieletto

di Matteo Carnieletto. Da qualche settimana a questa parte, siamo ammorbati dalle sardine, un movimento di protesta nato con un unico scopo (almeno per ora): rompere l’anima al leader leghista Matteo Salvini.

Proprio come i pesci, anche le sardine umane si muovono in gruppi senza troppe pretese: l’ex ministro dell’Interno va a Bologna? Allora il banco ittico occupa la piazza. Il capitano (o “capitone” per rimanere in tema, come lo chiama qualcuno) si sposta a Modena? E loro lo seguono. Salvini è in pratica il plancton delle sardine: senza di lui, non esisterebbero.

Già perché l’unica fortuna degli organizzatori delle manifestazioni è stata l’ascesa dell’ex ministro dell’Interno e, in particolare, gli ultimi successi alle regionali, quando la Lega e il centrodestra hanno sbaragliato la corazzata Potemkin di sinistra in Umbria e in Abruzzo. E ora rischiano di fare lo stesso nella rossa Emilia Romagna.

C’è chi evoca lo spettro del fascismo, ma francamente Salvini non pare proprio avere il physique du role di un Benito Mussolini, e chi teme il clima d’odio creato dallo stesso ex ministro. In realtà non sta accadendo nulla di tutto questo. Semplicemente un politico sta facendo il pieno elettorale puntando sulla pancia degli elettori. Che è esattamente ciò che fanno i politici da millenni, da Giulio Cesare, populista ante litteram, a Matteo Renzi.

Non c’è nulla da stupirsi: per poter governare uno deve raccogliere voti e lo fa come meglio crede. Poi sarà la gestione della cosa pubblica la vera cartina al tornasole di quel politico. Ma questo le sardine sembrano dimenticarlo. E se oggi Salvini prende il 34% è perché è più bravo degli altri nel raccogliere il consenso. Un po’ come lo era Renzi solo pochi anni fa. Eppure nessuno diceva nulla allora. Nessuno temeva l’uomo solo al comando. Anzi…

Le sardine, in pratica, vogliono silenziare quello che è il pensiero comune degli italiani, arrogandosi il diritto di giudicarlo come retrogrado e, perché no?, fascista. E lo fanno odiando, ma con garbo. Per questo possono permettersi di dire che vogliono Salvini morto (guarda il video) e che per i sovranisti “la festa è finita”. Finita un po’ in tutti i sensi. Un po’ come quando ieri un artista napoletano, Salvatore Scuotto, ha realizzato una statua che raffigura l’ex ministro dell’Interno sparare a due migranti e l’ha titolata “La pacchia è finita”.

Già perché a sinistra si può anche odiare o si può anche prendere per i fondelli i disabili, come ha fatto Patrizia Giussani, candidata di sinistra a Desio.

Ma soprattutto, a sinistra, ci si può permettere di zittire l’avversario. Anche e soprattutto quando questo sta per prendersi il governo.

Perché il vero problema alla fine è proprio questo: le sardine non stanno manifestando contro un governo. Stanno manifestando contro l’opposizione, solamente perché temono che questa, in un futuro nemmeno troppo lontano, possa entrare a palazzo. Sono manifestazioni preventive. O, meglio, censura preventiva.

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1 Response

  1. Giacomo-TO ha detto:

    Quello che mi bisognerebbe comprendere è che gli affaristi, gli speculatori, i banchieri, da tuttaquesta confusione ci guadagnano. Pochi ricchi si fanno sempre più ricchi, le società scelgono le loro sedi in Lussemburgo od altrove. Ma quando lo vorranno capire che da tempo la politica non conta una fava. Salvini o la Meloni, cosa possono contro una globalizzazione finanziaria che ha stretto il mondo in una grande ragnatela. Se molti cittadini sirecassero isieme in banca X ritirare i loro soldi, le banche non avrebbero i soldi da restituire. 680 miliardi di $ questo è il valore dei derivati nel mondo. Il debito pubblico mondiale è inestinguibile.
    La sovranità monetaria è quella da conquistare è quella ce l’hanno la FED e la BCE, ovvero banche private. Cos POSSONO le piazze contro il potere finanziario? Nulla.

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