Roma Svendesi!

di Alessandro Onorato. Ci attaccano eppure, dopo le nostre forti proteste sulla delibera per la vendita del patrimonio di pregio del Comune di Roma, la stessa giunta Marino e la maggioranza stanno predisponendo in fretta e furia degli emendamenti per correggere questo testo illegittimo, che rischia di produrre un danno enorme per le casse capitoline. Perché non hanno inserito nella dismissione le centinaia di sedi di partito e di associazioni amiche? Perché i romani devono pagare la loro attività politica e di lobbing? Perché Marino vuole mantenere questi privilegi? Parlano di trasparenza ma non ci forniscono l’elenco completo degli immobili del Comune di Roma. Parlano di legalità ma per ben due anni si sono distratti e non hanno richiesto l’adeguamento degli scandalosi canoni di affitto e ora i furbetti che non hanno mai pagato potranno sanare la propria posizione e comprare a prezzi stracciati. Perché nella delibera non viene indicato, immobile per immobile, qual è di pregio e quale no? Perché non hanno inserito nella dismissione le centinaia di sedi di partito e di associazioni amiche? Perché i romani devono pagare la loro attività politica e di lobbing? Perché Marino vuole mantenere questi privilegi? Parlano di trasparenza ma non ci forniscono l’elenco completo degli immobili del Comune di Roma.

Riassunto delle “puntate precedenti”:
12 febbraio – NO ALLA SVENDITA. La lista Marchini ritiene la delibera sulla dismissione del patrimonio immobiliare completamente inaccettabile nei tempi, nella forma e nei contenuti. In un momento in cui la città versa in una crisi che non ha precedenti e che coinvolge anche il settore immobiliare, il Sindaco e la sua maggioranza, cercano di svendere i gioielli di famiglia. In due anni non sono stati nemmeno capaci di riaffittare a prezzi di mercato i 630 immobili occupati senza titolo e i 58 liberi. Per un danno stimabile in mancati ricavi di circa 25.000.000,00€ l’anno. Nei giorni scorsi abbiamo fatto richiesta agli uffici competenti per conoscere tutti i dati necessari per una puntuale valutazione della proposta di delibera. I nostri numerosi appelli sono rimasti inascoltati e, a tutt’oggi, non abbiamo informazioni complete. Siamo stati così costretti a rivolgerci al Prefetto, informandolo che è stato negato quanto stabilito dallo Statuto di Roma Capitale e dal Regolamento assembleare. Abbiamo inoltre diffidato per ben due volte la Presidente del Consiglio Comunale, Valera Baglio, dal proseguire con la discussione della delibera finché non ci saranno forniti i dati necessari. Le nostre richieste 1) Escludere dalla lista gli immobili di pregio e/o di valore; 2) Adeguare i canoni d’affitto ai prezzi di mercato 3) Riconvertire i numerosi immobili posseduti dal Comune nella zona Stazione Termini/Via Giolitti in uffici comunali risparmiando così gli affitti pari ad 1milione e 500mila euro, per gli immobili di via del Tritone destinati a Consiglio Comunale e Commissioni; 4) No al trattamento privilegiato per la dismissione delle Sedi diplomatiche e religiose; 5) Obbligo di mantenere la proprietà dell’immobile per 10 anni anziché 5; 6) Gli affittuari morosi non possono accedere ai vantaggi e agli sconti nell’acquisto (diritto di opzione e con sconto del 30%); 7) Necessità di conoscere prima delle discussione della delibera di dismissione quali siano gli immobili considerati di pregio.
11 febbraio – LETTERA AL PREFETTO E DIFFIDA A BAGLIO. Che cos’avrà da nascondere Marino? Perché questa fretta? Abbiamo inviato una lettera al Prefetto chiedendo il suo intervento poiché, nonostante manchino poche ore alla discussione in Assemblea capitolina sull’alienazione del patrimonio comunale e lo Statuto di Roma Capitale parli chiaro, ancora non abbiamo ricevuto tutti i documenti richiesti e necessari per una puntuale valutazione di un provvedimento così importante. Abbiamo anche diffidato la Presidente dell’Assemblea capitolina, Valeria Baglio, dal proseguire con la discussione della proposta di delibera, visto che sono stati palesemente violati Statuto e Regolamento di Roma Capitale. Ci opporremo con tutte le nostre forze alla svendita del patrimonio di pregio del Comune.
9 febbraio – MARINO PREMIA FURBETTI DEGLI AFFITTI STRACCIATI. A chi ha vissuto per anni nelle case del Comune al centro di Roma pagando un affitto ridicolo, dovremmo chiedere gli arretrati e non svendergli i nostri gioielli di famiglia con il 30% di sconto e con la possibilità di regolarizzare la mancanza di titolo o la morosità. La delibera di Marino è immorale, perché premia i furbetti che per anni hanno beneficiato di affitti stracciati: 350 euro mensili per un appartamento di 160 metri quadri a Piazza di Trevi, o 250 euro per 125 mq a viale Mazzini, o 130 euro per 80 mq a via del Colosseo. Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa svendita.
9 febbraio – DA MARINO REGALO ALLA COOP DI BUZZI. Il sindaco Marino non ci fa vedere le carte sull’alienazione del patrimonio, ma dalle prime indiscrezioni scopriamo che nell’elenco c’è anche un regalo alla cooperativa 29 giugno di Buzzi: 1.300 mq di locale più 2.000 di piazzale in affitto alla modica cifra di 1.400 euro al mese. Grazie a questa delibera anche anche loro potranno acquistare a prezzo di saldo. Infatti anche chi è moroso o chi ha il contratto scaduto potrà sanare la propria situazione e accedere alla prelazione. Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa svendita.
6 febbraio – GRAZIE A MARINO FURBETTI ACQUISTERANNO A PREZZI DI SALDO. Grazie al Sindaco Marino, i furbetti che per decenni hanno vissuto nelle case del Comune pagando affitti ridicoli, ora potranno acquistare quegli stessi immobili a prezzi di saldo, con uno sconto del 30%. Ci opporremo con tutte le nostre forze a questa svendita. Proprio gli immobili di via dei Coronari, di via del Colosseo, di largo Corrado Ricci o di di piazza Trilussa non sono considerati immobili di pregio, e quindi saranno venduti con uno sconto del 30%, se non di più. Non sarebbe meglio, invece, affittare i beni a prezzi di mercato e investire il ricavato per migliorare la città, come farebbe qualunque imprenditore privato?
A presto, Alessandro Onorato

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