Roma. Il mercato di Via Orvieto sta morendo…

Lo storico mercato romano di Via Orvieto, a quattro passi dalla fermata “Lodi” della Metro C, si allunga per la discesa da Via La Spezia per sfociare giù in fondo fino a Via Taranto, come un rigagnolo che trascina a valle detriti e rifiuti spargendo in ogni dove i suoi miasmi. Un mercato che sta morendo nel degrado, sopraffatto dalla grande distribuzione dei supermercati, che ormai hanno conquistato il territorio spartendosi la clientela, e abbandonato a se stesso dall’incuria di chi di dovere. I box di lamiera, che hanno sostituito le vecchie bancarelle che a fine mercato chiudevano gli ombrelloni e sbaraccavano lasciando libera e pulita quella strada, rimangono lì come un monumento all’indecenza, tutti vecchi, arrugginiti e writerati di vernice.
Anche il vociare dei ‘bancarellari’ non è più lo stesso di una volta. Infatti, più della metà dei box sono ormai chiusi da anni e quei pochi rimasti aperti sono per la stragrande maggioranza gestiti dagli extracomunitari. Addirittura alcune rivendite di frutta e verdura sono state trasformate in ‘sartorie-orlo-pronto’! E poi le tettoie di lamiera, pvc e, chissà, forse pure di amianto, che montate lassù, sopra i box, con l’intento di proteggere dalla pioggia e dal sole – bruttissima copia dei mercati coperti di moderna generazione – sono fatiscenti e instabili e ciondolano giù, minacciose, sulla testa dei clienti che sotto fanno la spesa. E poi un groviglio di fili elettrici scoperti che collega i box alla rete elettrica. Insomma, quello che un tempo era considerato un polo dell’eccellenza enograstronomica romana – con i “vignaroli” che arrivavano dalle campagne per offrire a prezzi convenienti i prodotti della terra – oggi è un luogo triste e insicuro, sporco e maleodorante, sopra il quale volteggiano decine di gabbiani affamati che si contendono gli scarti con le orde di topi che infestano il quartiere e con qualche clochard che ci viene a dormire per passare la nottata… al coperto! Che tristezza, che squallore, in quello che un tempo era un storico mercato rionale e che oggi è diventato un grande “Vespasiano”, una vecchia e lurida “latrina” dove le prostate più deboli trovano libero sollievo!

You may also like...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *