Riforma Pensioni, il timore è che alla fine la montagna partorisca il solito topolino!

Prosegue il confronto governo-sindacati sulla riforma delle pensioni, ma senza alcun risultato tangibile. Si discute, si parla, ma ancora non esce nulla di concreto da quelle commissioni, da quei tavoli.

Sono numerose le problematiche in questione, dalla individuazione di nuovi canali di flessibilità in uscita in vista del termine della sperimentazione di Quota 100 a fine anno, alla introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i giovani, alla separazione tra previdenza e assistenza, al rilancio della previdenza complementare, per finire col creare uno scivolo per favorire l’uscita anticipata dei lavoratori fino a circa quattro anni prima del previsto, magari attraverso la sottoscrizione di un vero e proprio mutuo con la banca.  In parole povere si dovrebbe trattare di una sorta di pensione anticipata che prevede il pagamento dei rimanenti contributi previdenziali tramite un mutuo utilizzando il Tfr (Trattamento di fine rapporto) come fondo di garanzia.

Insomma, le ipotesi al vaglio del governo sono  tante, ma quelle al momento più verosimili sembrano essere il rafforzamento di canali di pensionamento privilegiati per lavori gravosi e usuranti, una ulteriore proroga di Opzione donna e dell’Ape sociale, misure che potrebbero essere stabilizzate.

Per quel che riguarda le misure di flessibilità in uscita che dovrebbero sostituire Quota 100, le ipotesi sul tappeto sono:
– la proposta di consentire il pensionamento anticipato con 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica
– l’opzione al calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi.

Il Presidente dell’INPS, da parte sua, aveva poi proposto un’opzione di anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni, rimanendo ferma a 67 la quota retributiva.

Si discute anche di una possibile proroga della pace contributiva, vale a dire la facoltà (concessa a lavoratori dipendenti, autonomi e iscritti alla Gestione separata) di “riscattare”, ai fini della pensione, periodi non coperti da contribuzione nella misura massima di 5 anni, anche non continuativi.

Altamente probabile, infine, il rilancio della previdenza complementare per favorire un maggior livello di inclusione previdenziale delle categorie che fino ad ora non hanno aderito in misura sufficiente rispetto a quello che sarebbe la effettiva necessità, con particolare riferimento ai giovani.

Insomma, di ipotesi se ne fanno tante. Ma la speranza di tutti i lavoratori è che alla fine la montagna non partorisca il solito topolino, ma una riforma previdenziale solida, garante degli interessi dei lavoratori, sicura e duratura.

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8 Responses

  1. salvo ct ha detto:

    Sarebbe un doppio guadagno, sia per l’INPS che per i Lavoratori, se si potessero versare dei “contributi volontari” per comprarsi qualche anno di pensione, non credete?
    Dipendesse da me varerei subito questa riforma per potervi aderire!

  2. max cozzi ha detto:

    Certo, il discorso del prepensionamento, per godersi qualche anno in più di libertà, interessa solo gli stipendi medio bassi.
    Poi è normale che chi guadagna 30, 50 mila euro al mese in pensione non ci andrebbe maiiiiiiiiiiii

  3. Sandrino-CO ha detto:

    Se lo Stato mi dà la possibilità di “comprare” gli ani che mi mancano alla pensione – senza penalizzazioni – sarei disposto a farlo e da subito!!!!!

  4. Vincenzo Sanna ha detto:

    Splendida l’idea del MUTUO PREVIDENZIALE! Naturalmente per chi ha finito di pagare quello per la casa, ma comunque lasciare libero ogni cittadino di decidere sulla sua futura pensione mi sembra un’ottima idea, anche se penso che – proprio perchè trattasi di una “buona iniziativa” – non verrà mai messa in atto… sob …sob

  5. Enzo S. ha detto:

    Con il contributivo ogni lavoratore dovrebbe essere libero di poter andare in pensione quando gli pare e piace: trovo ottima l’idea di versare contributi spontanei, a carico del lavoratore che vuole accumulare qualche anno in più di contributi per poter uscire prima dal mondo del lavoro!

  6. Luk ha detto:

    Carissimi, io propongo anche di poter riscattare le lauree conseguite all’estero!

  7. Vale'88 ha detto:

    Se io stessi al posto di Draghi consentirei il riscatto della Laurea anche a coloro – come me – che l’hano conseguita mentre lavoravano: lo Stato incasserebbe più soldi e i lavoratori accumulerebbero più anni di contributi previdenziali: perchè SuperMario non si muove in questa direziobne?

  8. Flavio F. ha detto:

    Quella di accendere un mutuo sulla propria pensione – naturalmente per chi può permetterselo – mi sembra un’ottima soluzione per non penalizzare chi vuole anticipare l’uscita dal lavoro, ma soprattutto per creare nuovi posti per i nostri giovani!

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