Riforma delle pensioni, serve come il pane.

di Redazione. A fine anno “Quota100” andrà in pensione! E quindi, come accennato su queste pagine, occorre più che mai una Riforma del sistema previdenziale per smussare lo scalone di cinque anni che si verrebbe a creare tra i 62 anni di età + 38 di contributi previsti da Quota100 e i 67 anni della pensione di vecchiaia secondo le regole previgenti la riforma cosiddetta “Fornero”.

Le novità nel merito girano intorno a tre proposte.

La prima quella relativa all’uscita anticipata con “Quota 92”, di DelRio, che prevedrebbe l’uscita a 62 anni d’età e 30 di contributi per le categorie più fragili, donne e lavori usuranti a fronte di una penalizzazione del 3% annuo per ogni anno di anticipo.

La seconda quella relativa all’efficientamento e allo svecchiamento della P.A. che stando alla proposta di Brunetta di concerto con Mario Draghi, permetterebbe uno scivolo (62+30 interamente o quasi con il sistema contributivo) per i dipendenti statali più anziani al fine di permettere un turnover generazionale e l’ingresso dei giovani più tecnologici.

La terza quella che ipotizza il passaggio da “Quota 100” a “Quota 102”. Ovvero l’uscita anticipata potrebbe essere concessa a tutti senza penalizzazioni sugli assegni a partire da 64 anni di età e 38 anni di contributi.

Insomma, va bene tutto pur di lasciare il lavoro prima che sia “troppo tardi” per potersi godere la meritata pensione, ma senza penalizzazioni. Ovvero sì alla pensione anticipata, ma con un assegno mensile che garantisca lo stesso tenore di vita della busta paga.

Buon senso suggerirebbe una Riforma del sistema previdenziale nel suo complesso, senza distinzioni tra pubblico e privato, che pur tenendo in debita considerazione i lavori cosiddetti “usuranti”, permetta a chi ha più di 38 anni di contributi di accedere indipendentemente dall’età anagrafica al trattamento di quiescenza, senza penalizzazioni e rivalutando i coefficienti in modo tale da garantire lo stesso trattamento economico di quando si era in servizio.

Questo permetterebbe di svecchiare il mondo del lavoro, lasciando spazio ai giovani, e consentirebbe un’uscita dignitosa per chi, invece, pur non avendo compiuto i 67 anni sarebbe felicissimo di ritirarsi a vita privata.

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1 Response

  1. Giusy ha detto:

    Prepariamoci all’ennesimo papocchio tutto italiano, e poi questi fanno tutto non nell’interesse dei pensionati e dei giovani italiani, ma solo per il loro giochi di potere!

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