Riforma del catasto: addio ai vani!

I furbetti dell’appartamentino d’epoca del centro storico che pagano come un bilocale di periferia dovrebbero avere i giorni contati! Il governo dichiara di voler riportare un po’ di equità nei valori catastali degli immobili, avvicinandoli ai reali valori di mercato. Un’operazione di cui si parlava da tempo e che ora sta per diventare realtà: la tanto temuta riforma del catasto. L’obiettivo, appunto, è quello di commisurare il carico fiscale al valore reale dell’immobile. Per raggiungerlo, la riforma prevede diversi interventi sui criteri di calcolo del valore. Primo fra tutti il cambio dell’unita di misura: il valore – e quindi la rendita catastale, cioè la base imponibile per l’Imu – sarà calcolato in base ai metri quadri e non più ai vani dell’immobile. Attualmente, infatti, le tasse sulla casa vengono calcolate in base ai vani catastali in cui è divisa l’abitazione: in termini di tasse la cameretta di dieci metri quadrati o il salone di trenta, vengono stimati allo stesso modo. Le nuove regole fisseranno invece il valore della casa in base ai suoi metri quadrati. Un criterio sicuramente più oggettivo e matematico che eviterà vistose ingiustizie fiscali. Ma non sarà l’unica novità. Ecco le altre linee-guida della riforma:
• Divisione territoriale: i comuni saranno suddivisi in diversi “ambiti territoriali del mercato” per distinguere le zone di maggiore o minore pregio immobiliare. Un altro modo per fare una fotografia più realistica del valore delle case.
• Revisione delle categorie catastali: le attuali categorie catastali per gli edifici residenziali sono sempre più inadeguate a rappresentare la realtà del mercato (attualmente il 70% delle case rientra nelle categoria A/2 e A/3). Si dovrebbe quindi passare ad una classificazione più semplice che comprenda case, palazzi, abitazioni di lusso con sottogruppi al loro interno. Le attuali categorie catastali (edifici residenziali)
a/1: signorile in zone di pregio con caratteristiche superiori
a/2: civile con caratteristiche costruttive di tipo residenziale
a/3: economico
a/4: popolare
a/5: ultrapopolare (con rifiniture di bassissimo livello e servizi igienici in comune)
a/6: rurale
a/7: villini, anche plurifamiliari, con caratteristiche costruttive di tipo a/2 o a/3
a/8: ville con parco o giardino in zone di pregio
a/9: castelli o palazzi con pregi artistici o storici.
• Attribuzione dei valori fiscali: il valore da utilizzare da base imponibile per l’Imu sarà poi calcolato con un complesso algoritmo che incrocerà ambito territoriale, nuova categoria catastale e valori di mercato rilevati periodicamente dall’Agenzia del Territorio. A quel punto il catasto darà un valore aggiornato sul quale dovrà essere semplicemente applicata l’aliquota stabilita del comune. In sostanza c’è da aspettarsi stangate sulle abitazioni nei centri storici delle città o nelle zone turistiche ma anche sconti per quelle in periferia e in provincia.

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